Anno ricco di novità e aumenti per il welfare aziendale. Scopriamo insieme i nuovi limiti e le nuove opportunità per ottenere il massimo vantaggio
Il welfare aziendale sta diventando sempre più presente nelle scelte aziendali, ma anche in quelle professionali e individuali dei lavoratori perché permette di avere una migliore work-life balance e una più attenta cura alle esigenze di vita privata e familiare.
Questo enorme vantaggio, poi, potrebbe essere ulteriormente potenziato grazie ad altri strumenti, come ad esempio i fringe benefit oppure il welfare pubblico, che spesso non viene riscosso a causa della poca informazione. Parliamo di un insieme di bonus, agevolazioni e detrazioni che sono già riconosciute dallo Stato, ma sconosciute alla maggior parte dei potenziali beneficiari.
Tenendo conto dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita attuali, poter contare su agevolazioni come queste non è di poco conto, quindi vediamo insieme quali sono le principali novità nel mondo del welfare aziendale e quali limiti di esenzione da contributi e imposte sono attualmente in vigore. Iniziamo!
Il welfare aziendale è un ottimo strumento per sostenere la retribuzione dei dipendenti, tanto che sempre più persone, già in fase di colloquio, lo considerano come parte non trascurabile del contratto di lavoro.
Ma cosa si intende realmente per welfare aziendale? La traduzione in italiano è “benessere aziendale” e fa riferimento a tutto quello che un’azienda mette a disposizione dei suoi dipendenti sotto forma di beni e servizi come i buoni pasto, i buoni benzina o le polizze assicurative. Più nello specifico, parliamo di tutte le iniziative che hanno lo scopo di aumentare il benessere dei lavoratori e della loro famiglia.
Per non perdersi nessuna opportunità, è bene conoscere tutte le novità del welfare aziendale 2024.
L’ultima legge di bilancio, infatti, ha introdotto nuove regole che riguardano principalmente i fringe benefit, cioè quei beni in natura che possono potenziare il welfare già riconosciuto dall’azienda.
Dopo queste, ne sono susseguite altre, in particolare nell’ambito della contrattazione collettiva. Nei primi mesi dell’anno, infatti, diversi CCNL sono stati rinnovati e hanno rafforzato i sistemi e le misure di welfare aziendale riconosciute ai dipendenti cui si applicano questi contratti.
Parliamo nel concreto delle novità welfare aziendale contenute nel CCNL del Commercio, degli Studi Professionali e della Metalmeccanica.
Per il welfare 2024 novità a pioggia quindi! Un esercizio utile può essere quello di mettere a confronto le regole attualmente in vigore, rispetto a quelle valide per l’anno scorso.
Mettendo a confronto le novità più recenti in materia di welfare con quelle del welfare aziendale 2023, si possono cogliere spunti interessanti:
Chi riceve questo benefit, inoltre, deve avere avuto nell’anno precedente un reddito da lavoro non superiore a 80.000 euro.
L’azienda che decide di introdurre un piano di welfare aziendale è abbastanza libera di scegliere come strutturarlo sia in riferimento ai beni e ai servizi da garantire ai propri dipendenti, sia per quanto riguarda gli importi di questi elementi.
Rimangono da rispettare, comunque, i limiti previsti dalle leggi, incluse quelle fiscali. Se pensiamo, ad esempio, alla possibilità di destinare il proprio credito welfare a forme di previdenza complementare, deve essere sempre rispettato il limite di esenzione previsto dal TUIR e cioè 5.164,57 euro.
Un ottimo strumento per migliorare il piano di welfare sottoscritto dai lavoratori potrebbe essere quello dei fringe benefit.
Prima di capire il perché, capiamo la distinzione tra flexible e fringe benefit:
Torniamo ora ai limiti welfare 2024 dei fringe benefit.
L’articolo 1 comma 16 della legge di bilancio 2024 sono esclusi dal calcolo di contributi e imposte i valori dei beni e dei servizi prestati ai dipendenti entro:
Attenzione: queste due soglie economiche sono molto importanti. Qualora vengano superate anche solo di un euro, infatti, tutto l’importo del fringe benefit sarà considerato nel calcolo di contributi e imposte. Per capirci, quindi, se ti vengono dati 1.100 euro sotto forma di fringe benefit, pagherai imposte e contributi non solo sui 100 euro che avanzano rispetto ai 1.000, ma su tutti i 1.100 euro.
Come già chiarito nei paragrafi precedenti, le novità più interessanti per i lavoratori in questo campo riguardano i tipi di spesa che possono essere incluse nella definizione di fringe benefit e quindi essere rimborsate dal datore di lavoro in misura agevolata.
In particolare, a partire dal 2023 possono essere incluse le somme date o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas. Dal 2024, però, è riconosciuta anche la possibilità di agevolare le spese sostenute per l’affitto della prima casa o quelle per gli interessi sul mutuo della prima casa.
Sul punto è intervenuta l’Agenzia delle Entrate con la Circolare 5/E del 7 marzo 2024 chiarendo diversi aspetti.
Cosa si intende per “prima casa”? Il Fisco prende a riferimento la definizione di “abitazione principale” e cioè quella dove tu o i tuoi familiari vivete abitualmente. Questo requisito può essere dimostrato presentando al datore di lavoro i dati salvati nei registri anagrafici oppure un’autocertificazione.
Cosa serve per l’affitto? È molto importante che tu abbia con te la ricevuta del contratto di affitto correttamente depositato sul sito dell’Agenzia perché, in riferimento alle spese rimborsabili, viene preso a riferimento il canone mensile inserito proprio in questo contratto.
Ad ogni modo, sia nell’ipotesi di casa in affitto che acquistata, è obbligatorio che l’immobile oggetto delle spese sia intestato a te, al coniuge oppure a uno dei tuoi familiari. Nel caso sia intestato a persone diverse dal beneficiario diretto del fringe benefit, le spese devono essere effettivamente e personalmente sostenute da queste persone.
Conclusa l’analisi delle principali notizie legislative in materia di welfare aziendale, vediamo ora quali sono quelle previste dalla contrattazione collettiva.
Il settore della metalmeccanica è stato il primo a prevedere obbligatoriamente delle misure di welfare aziendale a tutti i lavoratori dipendenti.
Ancora adesso, infatti, il CCNL di settore viene preso a riferimento per lo studio e la formulazione di proposte a sostegno di chi lavora e delle loro famiglie.
Le associazioni sindacali di categoria hanno firmato un accordo di rinnovo secondo cui i datori di lavoro che applicano il contratto hanno l’obbligo di garantire, anche nel 2024, strumenti di welfare aziendale per un valore pari a 200 euro all’anno, da usare per beni e servizi elencati dal contratto.
I principali vanno dai servizi educativi o ricreativi, come i viaggi, a quelli per l’assistenza dei familiari, alle cure medico-sanitarie e così via.
È possibile utilizzare il welfare aziendale 2024 metalmeccanici entro il 31 maggio 2025.
A differenza del settore metalmeccanico, quello del commercio non prevede misure di welfare aziendale obbligatorie per le aziende, ma grazie al rinnovo contrattuale sono stati aumentati i contributi a finanziamento del Fondo di assistenza sanitaria integrativa.
A partire dal 1° aprile 2025, infatti, il datore di lavoro deve pagare un contributo pari a 13 euro a finanziamento del Fondo Est con un incremento, rispetto agli anni precedenti, di 3 euro.
Sono diversi i servizi e le prestazioni che il Fondo assicura ai propri iscritti. Basti pensare che, per tutti gli uomini e le donne, a prescindere dall’età, è possibile accedere alla prevenzione di base, come per esempio l’esame delle urine e l’analisi del sangue, dove è possibile vedere il livello di colesterolo, della glicemia e di altri valori fondamentali.
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