Pensione anticipata 2023: Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale

Pensione anticipata 2023: Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale
(foto Shutterstock)

Quota 103 è la nuova misura prevista per poter accedere alla pensione. Prorogata anche Opzione Donna e introdotti bonus per chi resta al lavoro

In attesa di una riforma del sistema pensionistico, per ora rinviata al 2024, il Governo propone una nuova misura che posticipa l’effettiva entrata in vigore della riforma Fornero, che allunga i tempi necessari per andare in pensione.

Dopo Quota 100 e Quota 102, per il 2023 varrà Quota 103. Il funzionamento di questa opzione temporanea è simile a quello delle due precedenti, mentre cambia il numero di anni richiesti per potervi accedere.

Le novità introdotte dal Governo

Come per Quota 102, anche questa misura è una tipologia di pensione anticipata che potrà essere richiesta nel 2023 dalle persone che avranno raggiunto:

  • 62 anni d’età anagrafica
  • 41 di contributi

per un totale di 103, cifra che dà il nome alla misura.

Tra le  varie novità in tema di pensioni c’è anche il rinnovo dell’APE sociale, l’assegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia per alcune categorie di lavoratori (disoccupati, invalidi, caregivers, mansioni gravose). Questo rinnovo durerà fino alla fine del 2023.

Anche Opzione donna, cioè la facoltà per le sole lavoratrici di ritirarsi dal lavoro accettando un calcolo contributivo della rendita previdenziale, è stata rinnovata, tuttavia saranno probabilmente apportate alcune modifiche che interessano le lavoratrici madri. Queste ultime potrebbero andare in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio. Resterebbe invece la soglia di 60 anni negli altri casi

L’ultima novità riguarda chi decide di restare al lavoro una volta raggiunti i requisiti di pensionamento. Dal 2023 sarà previsto un bonus, cioè una decontribuzione del 10% del proprio stipendio, che porterà quindi a un aumento della retribuzione netta.

A chi è rivolta Quota 103

Chiariti gli anni necessari per accedere a questa tipologia di pensione anticipata, vediamo chi sono i destinatari:

  • dipendenti del settore privato
  • dipendenti del settore pubblico
  • lavoratori autonomi
  • lavoratori parasubordinati

Questo significa che Quota 103 potrà essere applicata indipendentemente dal settore di appartenenza e indipendentemente dal fatto di essere dipendenti o autonomi.

In altre parole, funziona come Quota 100 e Quota 102 e possono accedervi lavoratori dipendenti privati e pubblici, ma anche lavoratori autonomi e parasubordinati.

Anche nel caso della nuova misura, il requisito di età anagrafica non sarà adeguato agli incrementi della speranza di vita e non è previsto alcun ricalcolo dell’assegno pensionistico.

Si continueranno infatti ad applicare le regole di calcolo tradizionali, quindi il metodo retributivo, misto o contributivo a seconda della modalità di contribuzione al 31 dicembre 1995.

I requisiti attuali

Attualmente, ci sono diverse forme di pensione e i requisiti per accedere sono diversi.

Per la  pensione di vecchiaia, infatti, i requisiti sono 67 anni di età e 20 anni di contributi, mentre per il pensionamento anticipato sono previsti:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi per le donne

indipendentemente dall’età anagrafica.

Il requisito per la pensione di vecchiaia per i dipendenti iscritti all’INPS o ad altre casse obbligatorie (compresa la Gestione separata) è di 67 anni per il 2023 e 2024, mentre, dal 2025, questa soglia sarà adeguata in base alla speranza di vita.

Per l’anticipata invece, il diritto al trattamento pensionistico si perfeziona trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti visti poco sopra. Nel caso di lavoratori precoci gli anni di contributi si abbassano a 41.

Cosa succede a Quota 100 e 102

Nel 2023 sarà ancora possibile richiedere Quota 100 per i lavoratori che hanno maturato:

  • 62 anni di età anagrafica
  • 38 anni di anzianità contributiva

entro il 31 dicembre 2021.

Trattamento simile per Quota 102. Si dovranno maturare:

  • 64 anni di età anagrafica
  • 38 anni di contributi (35 al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti)

entro il 31 dicembre 2022.

Infine, in entrambi i casi rimane requisito necessario la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

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