Le risposte ai tuoi dubbi sulla cassa integrazione per coronavirus
Quando un datore di lavoro decide di avviare la cassa integrazioneÈ uno strumento previsto dalla legge ed erogato dall’INPS per integrare o sostituire lo stipendio dei lavoratori che hanno subito una riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per ragioni legate all’azienda. More pianifica un periodo di non lavoro, talvolta alternato a dei periodi di lavoro. Quello che fa è riorganizzare l’azienda per consentire la ripresa della stessa.
Dopo aver capito quante ore di sospensione gli servono e quali reparti sono ancora attivi, il datore comunicherà a tutti, o solo ad alcuni dei lavoratori in azienda, la sospensione dal servizio.
La sospensione per l’utilizzo della cassa integrazione viene di regola comunicata ai lavoratori con una lettera formale, ad oggi anche mezzo mail.
No. Ma, di solito, se la sospensione non riguarda l’intera azienda o l’intero reparto a cui è addetto il dipendente, la comunicazione si fa nominativamente.
Non necessariamente. L’azienda può decidere di sospendere tutti per 9 settimane. Talvolta, invece, alcune aziende avranno bisogno di organizzare una riduzione del lavoro graduale, quindi, alternando periodi di lavoro con periodi di cassa, l’arco temporale dell’utilizzo dell’ammortizzatore potrebbe essere anche maggiore o minore.
Dipende. Se la sospensione è a zero ore significa che per il periodo indicato dal datore di lavoro non si dovrà lavorare. Se invece la sospensione è parziale, cioè alternata a periodi di lavoro, significa che in alcuni giorni si dovrà lavorare e in altri si dovrà rimanere a casa.
Vi è oggi un espresso divieto di licenziamento per motivi oggettiviÈ determinato da motivi economici, produttivi e organizzativi. More, e pertanto si può essere licenziati solo per giusta causa o giustificato motivo soggettivo e cioè per delle gravi negligenze del lavoratore.
Sì. Si può essere licenziati dopo il periodo di divieto che scade a metà maggio.
Se non vi sarà lavoro, potranno essere attivate le procedure di licenziamento. Certamente, però, saranno previste delle tutele anche dopo la metà di maggio.
I lavoratori in sospensione hanno diritto a un’indennità pagata, a carico di Inps, pari all’80% della retribuzione globale di fatto, tenuto conto dell’incidenza della tredicesima e quattordicesima, e nel rispetto dei massimali stabiliti annualmente dall’Inps.
Per fare un esempio, fatti tutti i calcoli, una lavoratrice del terziario che guadagna 1.750 euro lordi al mese, avrà un’indennità mensile di circa 750 euro netti.
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