L’empatia e la vicinanza al lavoratore: le due caratteristiche che l’HR deve avere nell’epoca del lavoro ibrido
Il lavoro ibrido impone nuovi approcci degli HR al rapporto con i loro collaboratori. Aggiornamento delle competenze, formazione, attenzione al benessere del lavoratore, e al clima che regna nei team di lavoro: sono questi gli aspetti ai quali il Responsabile Risorse Umane deve fare più attenzione, in questo momento di grande trasformazione. Il lavoro ibrido rappresenta un vantaggio, sia per i manager che per dipendenti e collaboratori, ma deve essere gestito al meglio, puntando su autonomia e proattività.
Chi gestisce le risorse umane, oggi, si sta concentrando su aspetti come la salute e la sicurezza, la formazione, il benessere lavorativo, e in generale il mood a livello organizzativo. Un manager su due riconosce un cambiamento dell’area risorse umane in fatto di pratiche, processi e strumenti. Per un responsabile HR su tre, la crisi generata dalla pandemia ha peggiorato il morale dei dipendenti, mentre nel 57% dei casi non è stato segnalato un impatto significativo sul loro engagement.
Il 96% del campione intervistato da Cegos, società specializzata in formazione e consulenza. ha dichiarato di essere fiducioso nella capacità di ripresa della propria azienda, e poco meno della metà pensa che la crisi possa portare, nel medio e lungo termine, opportunità positive sul fronte dell’accelerazione della digitalizzazione.
Nel concreto, secondo lo studio di Cegos il 32% delle aziende ha investito in percorsi di formazione del personale, sui temi del remote working e del remote management, e il 20% ha sviluppato un piano di comunicazione molto serrato tra la direzione e i dipendenti. L’85% degli intervistati, inoltre, garantisce che i dipendenti sono soddisfatti della gestione di questo periodo complesso da parte degli HR, e si sarebbero spesi per manifestare vicinanza ai collaboratori, e comprensione rispetto al loro stato di salute fisica e mentale. Il 5% delle aziende coinvolte nell’indagine ha dichiarato di aver messo a disposizione del personale un servizio telefonico di assistenza psicologica.
In un contesto in cui il lavoro ibrido si sta diffondendo sempre di più, il 90 % degli HR considera irrinunciabile lo sviluppo delle soft skills: le competenze da padroneggiare per il futuro sono remote management, comunicazione digitale e capacità di adattamento. Per riuscire a consolidare questi tre aspetti, lavoratori ed HR dovranno puntare su autonomia organizzativa, creatività, proattività, D’altra parte, dipendenti e collaboratori sembrano pronti ad accettare la sfida: il 94% di loro si dichiara disponibile a seguire percorsi formativi per adattarsi ai cambiamenti di ruolo e funzione.
Nell’ambito del lavoro ibrido, fatto di momenti in presenza alternati ad altri in remoto, esistono delle buone prassi che possono fare la differenza, e aiutare le persone che lavorano insieme ad essere più collaborative, e a condividere gli obiettivi aziendali. Ad esempio, può risultare utile la creazione di una working area virtuale per soddisfare la necessità di rimanere sempre connessi; o, ancora, una pianificazione anticipata delle attività principali, fino ad una maggiore attenzione alla distribuzione dei carichi di lavoro, per organizzare al meglio la propria giornata lavorativa. Indispensabile, da una parte e dall’altra, è anche l’approccio positivo alle relazioni con i colleghi, e alle proposte di attività da svolgere.
Leggi anche:
‘Home feeling e spazi di lavoro. L’esempio di Casa Lago Milano’
‘Digitalizzazione imprese e nuovi modelli di team leadership’