Quali sono le regole da seguire per l’astensione obbligatoria durante la maternità per le lavoratrici dipendenti
In un contesto in cui c’è maggiore attenzione alle questioni della parità di genere, è bene ricordare che la lavoratrice che sta per diventare mamma ha diritto a un periodo di non lavoro conosciuto con il nome di congedo di maternità.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di riconoscere la maternità obbligatoria, ma non solo: è tenuto al rispetto di una serie di misure e di pratiche per la tutela e la salvaguardia della salute della dipendente e del futuro nascituro.
In questo articolo, scopriamo insieme da quando parte la maternità, come fare domanda e alcuni esempi di calcolo per capire il funzionamento dell’indennità Inps e delle eventuali integrazioni da parte dell’azienda.
Hai bisogno di una mano a capire meglio come funziona la maternità obbligatoria? Leggi l’articolo per saperne di più!
Con questo termine, facciamo riferimento al congedo di maternitàPeriodo di astensione obbligatoria dal lavoro, riconosciuto alle lavoratrici durante la gravidanza e nel periodo immediatamente successivo al parto More che è garantito dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) alle lavoratrici dipendenti in gravidanza o neomamme.
In pratica, le donne hanno diritto a un periodo di pausa dal lavoro per occuparsi della propria salute, della crescita e del benessere del bambino.
In questa fase, ricevono un sostegno economico dall’Inps che sostituisce in parte o totalmente il reddito perso durante l’assenza dal lavoro.
Nei casi più semplici, la maternità inizia due mesi prima la data presunta del parto e prosegue nei tre mesi dopo la data effettiva del parto.
Questo significa che il congedo può iniziare intorno alla 38° settimana di gravidanza, ma l’inizio potrebbe variare in base al modo in cui la lavoratrice sceglie di utilizzare questo congedo. Il legislatore, infatti, ammette altre forme di astensione e cioè:
Va precisato, però, che la data in cui si presume che la lavoratrice debba partorire non deve mai essere considerata nel periodo di assenza.
Cosa significa? che se la data presunta del parto e quella effettiva coincidono, allora la mamma avrà diritto a un periodo di congedo complessivo pari a cinque mesi e un giorno.
Attenzione: la data esatta in cui inizia la maternità obbligatoria può variare anche a seconda di diversi fattori come ad esempio lo stato di salute della lavoratrice, un parto prematuro oppure un parto avvenuto diversi giorni dopo la data prevista.
Non esiste una formula unica per lo stipendio in maternità obbligatoria perché molto dipende dalla retribuzione che la lavoratrice ha preso nel mese precedente al congedo.
L’unico elemento riconosciuto indistintamente a tutte le lavoratrici dipendenti future mamme, è l’indennità giornaliera Inps. L’ente, infatti, riconosce l’80% della retribuzione globale dell’ultimo mese di lavoro precedente all’inizio del congedo.
A questa può essere aggiunta l’eventuale integrazione da parte del datore di lavoro, se previsto dal CCNL, al fine di avvicinare il più possibile la retribuzione a quella che la lavoratrice avrebbe continuato a ricevere se avesse continuato a lavorare.
Questa somma, a seconda dei casi, può essere anticipata in nome e per conto dell’Inps dal datore di lavoro oppure pagata direttamente dall’Ente per specifiche categorie di lavoratrici.
Le domande di maternità per le lavoratrici dipendenti devono essere presentate telematicamente usando il servizio online dell’Inps, accedendo alla propria area riservata con SPID oppure CIE.
Per farsi aiutare nel compilare la domanda di maternità obbligatoria online, si può sempre chiamare il Contact Center dell’Inps, oppure affidarsi ai servizi dei Patronati.
I documenti relativi alla maternità obbligatoria che devono essere allegati alla domanda, però, devono ancora essere presentati in forma cartacea alla Struttura Inps competente per territorio.
Attenzione: è obbligatorio trasmettere la domanda entro e non oltre i due mesi precedenti la data presunta del parto.
Una volta entrati nel portale Inps, si visualizza la seguente schermata:
Sarà sufficiente cliccare su “Acquisizione domanda” e poi “congedo di maternità/paternità” per poter procedere con l’invio della domanda.
L’indennità per congedo di maternità può essere anticipata dal datore di lavoro oppure pagata direttamente dall’Inps.
Nel primo caso, la troverai direttamente in busta paga, nel secondo, invece, l’importo viene accreditato automaticamente nel sistema di pagamento indicato in fase di domanda.
L’Inps paga direttamente la maternità alle seguenti categorie di lavoratrici:
Calcolare quanto si prende realmente in maternità non è semplice. Cerchiamo di riassumere i passaggi più semplici.
Per trovare il valore della retribuzione su cui viene calcolata l’indennità, bisogna dividere l’imponibile contributivo per un divisore fisso e poi calcolare quanto incidono sul totale le mensilità aggiuntive previste dalla contrattazione collettiva.
Sommando questi valori, ottengo la retribuzione media globale giornaliera (RMGG) su cui dovrà essere applicata la percentuale dell’80%.
Il totale di quest’ultima operazione, deve essere moltiplicato per i giorni di congedo e si ottiene così, all’incirca, il totale che si prende in maternità.
Attenzione: per tutta la durata del congedo, alla lavoratrice sono assicurati i contributi figurativi, utili tanto per il diritto alla pensione, quanto al suo futuro importo.
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