Fino a fine anno le persone con disabilità, invalidità e i caregiver possono anticipare la pensione con l’Ape sociale o con opzione donna. Vediamo come funziona.
Fino al 31 dicembre 2023 c’è la possibilità per i lavoratori disabili, invalidi o per i loro caregiver (cioè le persone che fanno assistenza), di utilizzare l’Ape sociale oppure Opzione donna per andare in pensione prima.
È necessario essere residenti in Italia ed essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria Inps (anche in gestione separata per l’Ape sociale).
Potremmo definire l’Ape sociale come un prestito corrisposto mensilmente, con l’obiettivo di accompagnare il lavoratore fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Spetta a quei caregiver e soggetti con capacità lavorativa ridotta che, alla data di accesso al servizio, sono in possesso dei seguenti requisiti:
Per quanto riguarda i caregiver, è necessario che abbiano versato i contributi per almeno 30 anni e al momento della domanda devono fare assistenza a un portatore di handicap da almeno 6 mesi. Il portatore di handicap deve essere in situazione di gravità come indicato dall’articolo 3 della Legge 104 del 1992.
Hai diritto all’Ape sociale se assisti come caregiver un coniuge, una persona in unione civile o un parente di primo grado convivente, ma puoi farne domanda anche se fai assistenza a un parente o affine entro il secondo grado, purché si tratti di persone conviventi con te. Inoltre si può richiedere quando i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità hanno compiuto i 70 anni di età, oppure se anch’essi sono affetti da patologie invalidanti, o ancora se sono deceduti o mancanti.
L’accesso all’anticipo finanziario è garantito anche a chi ha un’invalidità civile: serve che la commissione medica riconosca l’invalidità e una capacità lavorativa ridotta almeno pari al 74%. Anche in questo caso, come per i caregiver, è necessario avere almeno trent’anni di anzianità contributiva, cioè di contributi versati.
Si tratta di un prestito pagato in dodici quote mensili, di importo uguale a quello della rata della pensione di vecchiaia, calcolata al momento della domanda. L’indennità, in ogni caso, non può superare l’importo mensile di 1.500,00 euro lordi.
L’anticipo pensionistico spetta ogni mese per dodici mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il pensionamento di vecchiaia o, in alternativa, fino a che non si ottiene un trattamento pensionistico diretto anticipato o un’altra prestazione anticipata rispetto all’età per la vecchiaia.
Per le lavoratrici che si prendono cura di un portatore di handicap o per le lavoratrici invalide civili con una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, è possibile anticipare la pensione anche con Opzione donna.
In questo caso, chi ha i requisiti potrà andare in pensione a 60 anni, con almeno 35 anni di contributi.
Attenzione, però: l’età per poter accedere diminuisce in base alla presenza e al numero di figli (fino a un massimo di due). Vediamo meglio quali sono le diverse possibilità di accedere a Opzione donna:
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