L’assegno ordinario di invalidità è una somma che ricevono le persone con capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale
L’assegno ordinario di invalidità INPS è una prestazione economica versata dall’istituto di previdenza sociale e destinata ai dipendenti iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e agli autonomi iscritti alla gestione separata. Può essere a volte integrato dall’assegno sociale, se l’importo totale è inferiore al trattamento minimo.
In questo articolo vedremo nel dettaglio come funziona l’assegno ordinario di invalidità, a chi spetta, quali sono i requisiti a livello di contributi e se si può avere congiuntamente alla pensione.
Come già anticipato, l’assegno di invalidità può essere integrato dall’assegno sociale, se il primo non raggiunge l’importo del trattamento minimo.
L’integrazione, in pratica, spetta solo se il tuo reddito ha un importo non superiore a due volte il totale annuo dell’assegno sociale.
Qualora tu fossi pensionato e coniugato, l’integrazione non spetta se il reddito, cumulato con quello del coniuge, è superiore a tre volte l’importo dell’assegno sociale annuo.
L’assegno sociale, dal canto suo, viene definito di anno in anno in base al costo della vita e, proprio per questo motivo, i limiti in base al quale questa somma viene integrata o meno cambiano nel corso del tempo.
L’assegno ordinario di invalidità richiede determinati requisiti. Innanzitutto dobbiamo specificare che non si tratta di una misura che ha a che fare con l’età: per ottenerlo devi avere solamente dei requisiti medici e contributivi.
Per avere diritto all’assegno devi avere un’infermità fisica o mentale che comporti una ridotta capacità di lavoro in modo permanente a meno di un terzo.
Questo requisito va valutato in base all’attività lavorativa e quindi non sono applicabili le tabelle previste per l’invalidità civile.
Il diritto a riceverlo è previsto anche nei casi in cui tu abbia una capacità lavorativa ridotta, nel modo appena spiegato, e abbia avuto la riduzione in un periodo precedente al rapporto assicurativo con l’Inps, e quindi in un periodo precedente al rapporto di lavoro. Ad esempio, potresti aver avuto un aggravamento della situazione, oppure potresti avere nuove disabilità.
Dunque, lo stato fisico va accertato direttamente e va valutato se c’è stato un aggravamento delle condizioni di salute dopo l’inizio del rapporto di lavoro.
La presenza di una malattia grave, di per sé, non è quindi sufficiente per ricevere l’assegno: anche se si tratta di malattie oncologiche, morbo di crohn o fibromialgia, saranno rilevanti solo se la capacità lavorativa verrà ridotta a meno dei ⅔.
L’altro requisito necessario per il riconoscimento dell’assegno di invalidità è quello contributivo. Per averne diritto devi infatti aver versato almeno 5 anni di contribuzione, di cui 3 nel quinquennio precedente alla data di presentazione della domanda.
Questa somma può essere richiesta da diversi tipi di lavoratori:
Sono esclusi invece i lavoratori del pubblico impiego, per i quali sono in vigore delle regole speciali.
Dopo aver presentato la domanda nell’apposita sezione della piattaforma INPS, devitm attendere i tempi di risposta entro i quali è prevista l’emanazione del provvedimento.
Questi limiti, riconosciuti direttamente da una specifica legge e specificati in una tabella che puoi trovare sul sito dell’Inps, sono di norma di 30 giorni, ma nel caso specifico dell’assegno di invalidità, questo tempo è prolungato fino ad arrivare a 85 giorni.
Ciò vuol dire che, a partire dalla data di ricezione della domanda completa, l’INPS si riserverà 85 giorni per elaborare la domanda e rispondere.
L’assegno ordinario di invalidità ha un importo che viene ridotto se il titolare ha redditi da lavoro dipendente, autonomo o d’impresa, superiori a determinati livelli.
Questi limiti fanno riferimento ancora una volta a importi che vengono indicati annualmente dall’INPS, in base al trattamento minimo. L’importo dell’assegno ordinario di invalidità 2023, infatti, prevedeva dei limiti diversi nell’ammontare, rispetto a quello del 2024.
Una volta individuato il trattamento minimo INPS dell’anno possiamo però capire, di conseguenza, tutti i vari ulteriori scaglioni.
Possiamo quindi schematizzare le riduzioni dell’importo dell’assegno in questo modo:
Per la simulazione di calcolo dell’assegno ordinario di invalidità bisogna considerare il regime di calcolo in cui si ricade.
Questo vuol dire che non è possibile avere una regola matematica che valga per tutti. Lo si può calcolare con il sistema di calcolo misto, se si ha cominciato l’attività lavorativa prima del 1996, o solo contributivo, se in data successiva.
L’assegno ordinario di invalidità è cumulabile entro certi limiti con il reddito da lavoro. Infatti, la soglia di invalidità per il riconoscimento dell’assegno è costituita dai due terzi della capacità lavorativa (non totale).
Questo significa che se percepisci l’assegno ordinario di invalidità puoi lavorare e percepire, contemporaneamente, la prestazione.
Ancora una volta è bene specificare la differenza tra invalidità civile e assegno ordinario di invalidità, per capire se effettivamente l’assegno ordinario di invalidità fa reddito.
L’invalidità civile è una prestazione assistenziale e non è legata al tuo status di lavoratore. L’assegno ordinario di invalidità è invece un trattamento economico riservato a coloro che hanno visto ridursi la capacità lavorativa.
Proprio per questo carattere di integrazione al reddito, deve essere inserita in dichiarazione dei redditi, ed è soggetta a imposizione fiscale.
I limiti di reddito 2023 dell’assegno ordinario di invalidità sono quindi stati aggiornati, essendo cambiato l’importo dell’assegno sociale.
Per l’anno 2024, i limiti di reddito sono:
Attenzione: non bisogna confondere l’assegno di invalidità con l’assegno di invalidità civile, che è una prestazione assistenziale non legata ai contributi versati. Per avere diritto a quello ordinario, infatti, è necessario avere cinque anni di contribuzione, di cui tre nel quinquennio precedente alla data di presentazione della domanda amministrativa.
L’importo viene dato esclusivamente sulla base della riduzione della capacità lavorativa, e quindi, di norma, non ti verrà richiesto di continuare a lavorare o meno.
L’unico vincolo da avere sempre presente è quello relativo al limite di reddito dopo il quale viene progressivamente ridotto l’importo dell’assegno.
Al di sotto di questi limiti, non ti verrà fatta alcuna richiesta di smettere di lavorare.
Spesso ci si chiede quando può avvenire la trasformazione dell’assegno ordinario di invalidità in pensione anticipata. In realtà, se scegli una pensione anticipata, dovrai far richiesta di conversione dell’assegno in pensione anticipata, ma solo se rispetti i requisiti richiesti, come per esempio l’invalidità minima dell’80%, e i requisiti di età differenziati in base al sesso.
Una volta che si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia, invece, l’assegno ordinario di invalidità si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia a condizione che non si lavori più da dipendente.
Per la trasformazione, in questo caso, non è necessario presentare una specifica domanda, perché il passaggio è automatico.
Infine, bisogna ricordare che questo assegno non è reversibile ai superstiti. Tuttavia, in caso di decesso, i familiari potranno ottenere una pensione indiretta.
La domanda può essere presentata online sul sito dell’INPS, accedendo con le proprie credenziali SPID o CIE.
Se rispetti tutti i requisiti, la prestazione partirà dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.
La prestazione previdenziale è riconosciuta per un periodo di tre anni ed è confermabile, su tua domanda, per periodi ulteriori. Naturalmente, quando si fa la nuova domanda bisogna essere ancora in possesso dei requisiti.
Questa va presentata entro i 6 mesi dalla data di scadenza del triennio e fino al 120° giorno successivo alla scadenza. Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità è confermato automaticamente. In altre parole, dopo la terza domanda accettata, non è più necessario chiedere la conferma e l’assegno verrà recepito automaticamente.
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