Assegno ordinario di invalidità: cos’è e come funziona

Assegno di invalidità
(foto Shutterstock)

L’assegno ordinario di invalidità è una somma che ricevono le persone con capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale

L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione economica riconosciuta dall’INPS ai lavoratori che, pur non risultando totalmente inabili, si trovano in una condizione fisica o mentale tale da ridurre in modo significativo la loro capacità lavorativa.

Si tratta di un sostegno previsto per chi non è ancora nelle condizioni per accedere alla pensione di inabilità, ma non riesce più a svolgere il proprio lavoro come in precedenza.

La misura è rivolta principalmente ai lavoratori dipendenti del settore privato e viene concessa al ricorrere di specifiche condizioni, sia di tipo sanitario che contributivo.

La normativa stabilisce requisiti precisi, modalità di richiesta definite e tempi da rispettare.

La prestazione non ha carattere definitivo, ma è rinnovabile entro determinati limiti di tempo.

Cos’è l’assegno ordinario di invalidità

L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione previdenziale pagata dall’INPS se hai una riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi, cioè almeno pari al 67%.

Spesso viene chiamato anche assegno per invalidità o assegno di invalidità ordinario. Ti spetta se, pur continuando a lavorare, non riesci più a svolgere le tue mansioni con la stessa efficienza di prima, a causa di una patologia fisica o psichica.

Non va confuso con la pensione di inabilità, perché non richiede l’assoluta e permanente impossibilità di lavorare.

Puoi cumularlo con redditi da lavoro, entro certi limiti, e ti viene riconosciuto per tre anni, con possibilità di rinnovo.

Dopo tre riconoscimenti consecutivi può diventare definitivo.

Assegno ordinario di invalidità: requisiti

L’assegno ordinario di invalidità richiede il possesso di determinati requisiti, ma non è legato all’età, infatti per ottenerlo devi soddisfare requisiti medici e contributivi.

Per averne diritto, è necessario che tu soffra di un’infermità fisica o mentale che comporti una ridotta capacità lavorativa permanente a meno di un terzo.

Questo requisito viene valutato in base alla tua attività lavorativa concreta, quindi non si applicano le tabelle dell’invalidità civile.

Hai diritto all’assegno anche se la riduzione della capacità lavorativa è avvenuta prima dell’inizio del rapporto assicurativo con l’INPS. È il caso, ad esempio, di un aggravamento della condizione oppure della comparsa di nuove disabilità dopo l’assunzione.
Devi dunque accertare lo stato fisico attuale e valutare se ci sia stato un peggioramento successivo all’inizio del lavoro.

La presenza di una malattia grave non basta da sola per ottenere l’assegno: anche patologie come tumori, morbo di Crohn o fibromialgia rilevano solo se la tua capacità lavorativa è ridotta a meno dei due terzi.

Infine, è richiesto anche un requisito contributivo: devi aver versato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nel quinquennio precedente la presentazione della domanda.

Chi sono i destinatari dell’assegno ordinario di invalidità?

Questa somma può essere richiesta se rientri tra queste categorie di lavoratori:

  • dipendenti;
  • autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
  • con iscrizione alla gestione separata.

Sono esclusi invece i lavoratori del pubblico impiego, per i quali sono in vigore delle regole speciali.

Assegno ordinario di invalidità conviene

Capire se l’assegno ordinario di invalidità ti conviene dipende da diversi fattori legati alla tua situazione personale, lavorativa e contributiva.

Questa misura nasce proprio con l’obiettivo di offrirti un sostegno economico, anche senza dover interrompere l’attività lavorativa. Il fatto che sia compatibile con il lavoro, seppure con limiti di cumulabilità, lo rende uno strumento particolarmente utile se stai attraversando un momento di difficoltà o hai spese sanitarie o personali più alte del solito.

Se rientri nei requisiti previsti, l’assegno ordinario di invalidità può esserti vantaggioso anche perché ti aiuta ad avvicinarti alla pensione definitiva, rappresentando un ponte utile per la tua futura sicurezza economica.

Come fare domanda di assegno ordinario di invalidità

Puoi presentare la domanda online sul sito dell’INPS, accedendo con le tue credenziali SPID o CIE.

Se rispetti tutti i requisiti, la prestazione parte dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.

L’assegno ordinario di invalidità è riconosciuto per un periodo di tre anni ed è confermabile, su tua richiesta, per ulteriori periodi. Naturalmente, quando presenti una nuova domanda, devi ancora possedere tutti i requisiti richiesti.

Devi presentare questa nuova richiesta entro 6 mesi dalla scadenza del triennio e non oltre il 120° giorno successivo alla scadenza stessa.

Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno diventa automatico, non serve più fare domanda e la prestazione continua a essere pagata in modo continuativo, salvo accertamenti.

Assegno ordinario di invalidità: tempi di risposta

Dopo aver presentato la domanda nella sezione dedicata della piattaforma INPS, devi attendere i tempi di risposta previsti per l’emanazione del provvedimento.
Questi limiti, riconosciuti da una specifica legge e indicati nella tabella che puoi trovare sul sito dell’INPS, sono generalmente di 30 giorni, ma nel caso dell’assegno ordinario di invalidità, il termine viene esteso fino a 85 giorni.

Questo significa che, a partire dalla data in cui l’INPS riceve la tua domanda completa, l’Istituto ha a disposizione 85 giorni per valutarla e fornire una risposta.

Assegno ordinario di invalidità: importo

L’assegno ordinario di invalidità ha un importo che viene ridotto se percepisci redditi da lavoro dipendente, autonomo o d’impresa superiori a determinati limiti.

Questi limiti vengono aggiornati annualmente dall’INPS e fanno riferimento al valore del trattamento minimo.

Una volta individuato l’importo minimo per l’anno in corso, puoi capire a quale fascia rientri. In base al tuo reddito complessivo, l’INPS applica le seguenti riduzioni sull’assegno:

  • fino a 4 volte il trattamento minimo INPS: nessuna riduzione;
  • oltre 4 volte il minimo INPS (cioè sopra 31.376,80 € annui): riduzione del 25% dell’assegno;
  • oltre 5 volte il minimo INPS (cioè oltre 39.221 € annui): riduzione del 50% dell’assegno.

Simulazione calcolo assegno ordinario di invalidità

L’importo dell’assegno può essere calcolato sulla base dei contributi versati, premiando chi ha una carriera lavorativa più lunga.

Se vuoi fare una simulazione di calcolo dell’assegno ordinario di invalidità, devi considerare in quale regime di calcolo rientri.

Questo significa che non esiste una regola unica valida per tutti.
Il calcolo può avvenire:

  • con il sistema misto, se hai iniziato a lavorare prima del 1996;
  • con il sistema contributivo puro, se hai cominciato dopo il 1996.

Chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità può lavorare?

L’assegno ordinario di invalidità è cumulabile, entro certi limiti, con il reddito da lavoro. Questa prestazione, infatti, è pensata per chi ha una riduzione parziale e non totale della capacità lavorativa.
Tuttavia, il cumulo tra assegno ordinario e reddito da lavoro può comportare delle riduzioni sull’importo dell’assegno.

Se percepisci redditi superiori a determinate soglie, l’INPS applicherà una riduzione percentuale, che nei casi più elevati può arrivare fino alla sospensione totale del trattamento.

Questo significa che, in via generale, nulla ti impedisce di percepire l’assegno ordinario di invalidità e il tuo stipendio mensile.

L’assegno ordinario di invalidità fa reddito?

Ancora una volta è bene specificare la differenza tra invalidità civile e assegno ordinario di invalidità, per capire se effettivamente l’assegno ordinario di invalidità fa reddito.

L’invalidità civile è una prestazione assistenziale e non è legata al tuo status di lavoratore.

L’assegno ordinario di invalidità, invece, è un trattamento economico riservato a chi ha visto ridursi la propria capacità lavorativa.

Proprio per questo carattere di integrazione al reddito, l’assegno ordinario deve essere inserito in dichiarazione dei redditi ed è tassato.

Assegno ordinario di invalidità: quali sono i limiti di reddito

Quando l’importo dell’assegno ordinario di invalidità è più basso rispetto a una certa soglia, il trattamento può essere integrato fino al raggiungimento dell’importo minimo.

Per il 2025, questo importo minimo è pari a 603,40 € al mese, ma viene pagato solo se rientri in determinati limiti di reddito.

Oltre queste soglie, non è prevista alcuna integrazione. Per l’anno 2025, i limiti di reddito sono:

  • 14.005,94 €, se sei in pensione da solo;
  • 21.008,91 €, se sei in pensione col coniuge.

Attenzione: non devi confondere l’assegno ordinario di invalidità con l’assegno di invalidità civile, che è una prestazione assistenziale non legata ai contributi versati.

Per avere diritto a quello ordinario, devi avere almeno cinque anni di contribuzione, di cui tre nel quinquennio precedente alla data di presentazione della domanda.

Assegno ordinario di invalidità: e se smetto di lavorare?

L’importo viene calcolato esclusivamente sulla base della riduzione della capacità lavorativa, e quindi, di norma, non ti viene richiesto di smettere di lavorare.

L’unico vincolo da tenere sempre presente è quello relativo al limite di reddito, oltre il quale l’importo dell’assegno viene progressivamente ridotto.

Se rientri al di sotto di questi limiti, non ti verrà richiesto di interrompere l’attività lavorativa.

Trasformazione assegno ordinario di invalidità in pensione anticipata

Spesso ci si chiede quando può avvenire la trasformazione dell’assegno ordinario di invalidità in pensione anticipata. 

In realtà, se scegli di andare in pensione anticipata, dovrai presentare domanda di conversione dell’assegno, ma solo se possiedi i requisiti richiesti, come ad esempio un’invalidità minima dell’80% e i requisiti di età, che variano in base al sesso.

Una volta raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia, invece, l’assegno si trasforma automaticamente in pensione di vecchiaia, a condizione che tu non svolga più lavoro dipendente. In questo caso non devi presentare alcuna domanda, perché il passaggio avviene d’ufficio.

Ricorda, infine, che questo assegno non è reversibile ai superstiti. Tuttavia, in caso di decesso, i tuoi familiari possono ottenere una pensione indiretta.

Assegno ordinario di invalidità 2025: cosa cambia rispetto al 2024

L’assegno di invalidità può essere integrato dall’assegno sociale, se il primo non raggiunge l’importo del trattamento minimo.

L’integrazione ti spetta solo se il tuo reddito ha un importo non superiore a due volte il totale annuo dell’assegno sociale.

Se sei in pensione e hai un coniuge, l’integrazione non spetta se il reddito cumulato con quello del coniuge è superiore a tre volte l’importo annuo dell’assegno sociale.

L’assegno sociale, invece, viene definito ogni anno in base al costo della vita e, proprio per questo motivo, i limiti di reddito per ottenere l’integrazione possono cambiare nel tempo.

 

Leggi anche:

Menomazione, handicap e disabilità: quali sono le differenze

Legge 104: agevolazioni e chi può richiederle

Cosa si intende per sicurezza sul lavoro?

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.