Guida pratica al pagamento del trattamento di fine rapporto
Parlare di Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è sempre molto importante perché si tratta di una somma che ti spetta di diritto e che maturi per tutto il tuo percorso lavorativo, ma che ti verrà pagata solo ad una certa data e cioè quando termini il rapporto di lavoro.
Questo non è sempre vero: ci sono dei casi, previsti dalla legge, in cui puoi chiedere una anticipazione del tuo TFR per sostenere determinate spese particolarmente elevate come ad esempio l’acquisto della prima casa per te o per i tuoi figli.
In entrambi i casi, comunque, si parla in gergo tecnico di liquidazione TFR. In pratica, ogni anno il tuo datore di lavoro mette da parte per conto tuo una somma di denaro che, all’incirca, è pari ad una mensilità di retribuzione.
Più anni lavori per una stessa azienda e più TFR accumulerai nel tempo. Una volta che il tuo rapporto di lavoro con questa azienda viene a termine, per qualsiasi motivo, hai diritto a vederti pagata la liquidazione del TFR.
Le regole cambiano nel caso in cui tu abbia deciso, già in fase di assunzione o nel corso del rapporto di lavoro, di trasferire tutto o parte del tuo TFR ad un Fondo di previdenza complementare.
In quest’ultimo caso, infatti, anche se il tuo rapporto di lavoro con l’azienda X viene meno, in genere potrai mantenere la tua posizione previdenziale con quel Fondo e comunicarlo in fase di nuova assunzione all’azienda Y che opera nello stesso settore.
Può sorgere spontanea a questo punto una domanda: il TFR e l’ultima busta paga, vanno consegnati insieme? La risposta, come spesso accade nel mondo del diritto del lavoro, è dipende.
In alcuni casi, può succedere che vengano dati insieme nel mese successivo a quello di fine del rapporto di lavoro, però se l’azienda ha bisogno di più tempo, può organizzarsi di conseguenza e pagarlo con tempistiche più ampie, a volte previste dallo stesso CCNL applicato.
In parole molto pratiche: ti può succedere che la busta paga finale arrivi per prima e il TFR ti venga pagato dopo.
Un’altra differenza da tenere a mente, riguarda TFR liquidazione dei dipendenti pubblici, che è diversa rispetto a quella del settore privato.
Vediamo quindi come funziona la liquidazione TFR dipendenti pubblici. Come riporta lo stesso Inps, i termini di pagamento del TFR sono chiari e specifici e cioè:
Attenzione: l’Inps specifica anche delle tempistiche: la seconda e la terza somma vanno pagate dopo 12 e 24 mesi dal momento in cui sorge il diritto al pagamento della prima rata.
A differenza del settore pubblico, purtroppo nel privato non ci sono regole specifiche per la liquidazione TFR dei dipendenti privati. La legge spiega bene cos’è, come matura e come calcolare il TFR, ma non detta delle regole sui termini di pagamento.
Vedremo meglio nel paragrafo successivo come funziona.
Calcolare la liquidazione TFR può sembrare difficile, ma in realtà basta tenere a mente poche semplici cose.
Per iniziare, la legge ci dà le linee guida per individuare quali voci retributive vanno incluse o escluse dal calcolo del TFR, ma sono i singoli CCNL a contenere un elenco completo di cosa includere e cosa no.
In tutti i casi, comunque, il TFR è il risultato di questa operazione:
retribuzione lorda dovuta per ogni anno di lavoro diviso 13,5.
Per esempio, quindi, se hai un retribuzione lorda di 1.500 € e hai lavorato per 10 anni il calcolo della liquidazione del tfr ammonta a circa 1.111,11 €.
Ma non è tutto: questo importo, infatti, è soggetto a rivalutazione per evitare che il suo valore nel tempo venga perso.
Alla fine di ogni anno, l’importo accantonato viene rivalutato con un tasso fisso e uno variabile (rispettivamente, 1,5% e 75% dell’inflazione) .
Viste alcune regole fondamentali, capiamo insieme quando viene liquidato il TFR.
Abbiamo già detto che il TFR matura per tutto il corso del rapporto di lavoro e ti viene pagato solo a verificarsi di un determinato evento: la fine della collaborazione con la tua azienda.
Non ti preoccupare però, perché secondo la legge non conta il motivo per cui non lavori più per quell’azienda e quindi ti deve essere pagato:
Non può accadere, dunque, che il datore di lavoro non ti paghi il TFR perché hai deciso di dimetterti volontariamente, perché è sempre tenuto a “restituirti” quello che ha accantonato per tutto il rapporto di lavoro.
Abbiamo anticipato in un paragrafo precedente che, a differenza del settore pubblico, nel settore privato non ci sono tempi di liquidazione del TFR certi. Ma cerchiamo di capire bene come funzionano i tempi di liquidazione del TFR.
La liquidazione del TFR avviene in genere entro pochi mesi dalla fine del rapporto di lavoro, ma non esiste una regola di legge specifica sulle tempistiche che l’azienda deve rispettare.
Per prassi, si considera “congruo” il pagamento del TFR entro i 30 e i 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, anche se in alcuni casi i tempi liquidazione TFR possono allungarsi.
Anche i CCNL hanno a volte delle indicazioni sui tempi per la liquidazione del TFR: se prendiamo a riferimento, ad esempio, il CCNL del commercio specifica chiaramente che l’azienda è tenuta a pagare la somma entro 45 giorni dalla fine del rapporto.
Ma non è l’unico contratto a farlo: anche il CCNL Metalmeccanica – Aziende industriali ha delle regole specifiche sul punto ovvero che deve essere pagato entro 30 giorni dal giorno in cui viene pubblicato l’indice ISTAT per la rivalutazione del TFR.
In certi altri casi, poi, i tempi di pagamento del TFR possono variare in base a un accordo di rateizzazione della somma che ti spetta. Tu e il tuo datore di lavoro, infatti, potete accordarvi per un pagamento a rate con dei vantaggi sia per l’azienda che per te:
La risposta è sì, puoi chiedere in anticipo la liquidazione TFR rispettando alcune regole molto importanti.
Se hai lasciato il tuo TFR in azienda, potrai richiedere un anticipo solo del TFR che hai già maturato, rispettando questi requisiti:
Per quanto riguarda l’ultimo punto, devi avere validi e specifici motivi e cioè:
A ben vedere, queste non sono le uniche regole da rispettare: devi ricordare, infatti, che l’anticipazione può essere richiesta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e in base a quanti altri dipendenti hanno fatto la stessa richiesta.
A ogni modo, per tutti questi casi, dovrai presentare un modulo di richiesta del TFR al tuo datore di lavoro.
Capire come viene tassato il TFR al momento della liquidazione è forse l’aspetto più complesso, ma cerchiamo di semplificare il tutto in questo paragrafo.
La prima cosa che devi sapere è che il tuo TFR è tassato solo quando ti viene liquidato e cioè pagato.
Compreso questo, devi sapere che l’importo totale non rispetta le regole classiche dell’IRPEF come, per capirci, quelle che venivano applicate alla tua retribuzione mensile. Perché? Perché per legge il TFR è tassato con un’imposta sostitutivaÈ un prelievo che si applica alla fonte su taluni redditi (ad es. interessi sui conti correnti bancari o postali che non sono relativi all’attività d’impresa, interessi sui BOT o altri titoli di debito pubblico); i redditi soggetti a imposta sostitutiva, come quelli a tassazione separata, sono esclusi dalla base imponibile. More.
In pratica, quando ti viene liquidato il TFR viene fatta una media in base al reddito che hai percepito negli ultimi cinque anni e, sulla base di quel risultato, applicata la percentuale di tassazione corrispondente.
Ma non è finita qui: l’Agenzia delle entrate molto spesso ritorna a calcolare correttamente la tassazione da applicare al TFR proprio perché, quella che è stata applicata alla fine del rapporto di lavoro, era solo una media, molto simile ad una stima.
Preparati, quindi, ad aspettare sorprese per la tassazione sulla liquidazione del TFR.
Quando lasci l’azienda, può capitare che tu abbia ancora delle ferie maturate ma non usate. Come funziona in questo caso la liquidazione del TFR e ferie non godute?
Per quanto riguarda le ferie, dato che non ti possono mai essere pagate durante il rapporto di lavoro, il datore ti paga un’indennità per le giornate che non hai goduto.
Attenzione però: questo importo non entra a far parte del calcolo del TFR, quindi le ferie non godute e TFR vengono liquidati separatamente: il datore di lavoro ti deve pagare entrambe le voci, ma la somma delle ferie non viene considerata nella determinazione del tuo TFR.
Cosa succede, invece, in caso di liquidazione TFR con pignoramento in corso?
Se al momento della fine del rapporto di lavoro hai un pignoramento in corso, anche il tuo TFR può essere coinvolto. La legge prevede che una parte del TFR venga trattenuta per coprire il debito residuo: normalmente si tratta del 20% della somma maturata.
Il resto del TFR, se non ci sono altre trattenute, ti viene comunque pagato.
La liquidazione TFR con cessione del quinto in corso segue regole molto simili a quelle che abbiamo appena visto in caso di pignoramento. Anche in questo caso, infatti, il tuo TFR verrà utilizzato per saldare il debito ancora in essere.
In questo caso viene valutato se il debito che devi saldare è maggiore o minore dell’importo totale del tuo TFR e poi si agisce di conseguenza.
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