Procedimento disciplinare: cos’è, come si conduce e tutto quello che deve sapere l’azienda

Procedimento disciplinare
(foto Shutterstock)

Il procedimento disciplinare è un percorso obbligatorio che il datore di lavoro deve intraprendere prima di licenziare un proprio dipendente

Cos’è un procedimento disciplinare 

Il procedimento disciplinare è l’iter obbligatorio che un’azienda deve seguire prima di licenziare un dipendente. Nel nostro ordinamento, infatti, non esiste il licenziamento immediato o “in tronco”.

Anche in presenza di fatti gravissimi, come risse sul posto di lavoro, furto di beni aziendali o molestie, il datore di lavoro deve prima avviare e completare il procedimento disciplinare, seguendo regole precise.

Queste norme sono stabilite dall’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori, che viene poi integrato dalle disposizioni dei contratti collettivi.

L’articolo 7 dello Statuto prevede che:

  • Le norme disciplinari (sanzioni, infrazioni e modalità di contestazione) devono essere rese note a tutti i lavoratori, ad esempio con un’affissione in un luogo accessibile;
  • Il datore di lavoro non può applicare alcuna sanzione disciplinare senza prima contestare l’addebito e senza aver ascoltato la difesa del lavoratore;
  • Il lavoratore ha il diritto di farsi assistere da un rappresentante sindacale durante il procedimento.

Attenzione: queste regole non si applicano ai lavoratori domestici (colf e badanti). In questi casi, il licenziamento può avvenire senza seguire il procedimento disciplinare.

La responsabilità disciplinare dei dipendenti pubblici​ 

Anche se lavori nel settore pubblico, puoi andare incontro alla responsabilità disciplinare e al potere disciplinare della tua amministrazione, proprio come accade per i dipendenti privati.

Se commetti una violazione, l’ente pubblico per cui lavori deve avviare un procedimento disciplinare.

Le condotte sanzionabili, le sanzioni applicabili e i termini entro cui il procedimento deve essere avviato e concluso sono stabiliti nei contratti collettivi di settore.

Il procedimento disciplinare e le sue fasi 

Come ogni procedura, anche il procedimento disciplinare segue diverse fasi, ognuna con regole specifiche. Vediamo i passaggi principali.

Fase preliminare

L’azienda deve esporre il codice disciplinare in un luogo accessibile a tutti i lavoratori. Questo è fondamentale se il datore di lavoro intende contestare inadempimenti legati alla specifica attività lavorativa.

Se il codice disciplinare non viene affisso, il licenziamento potrebbe risultare invalido. Tuttavia, questa regola non si applica alle condotte gravi, come quelle contrarie all’etica comune o ai più generali obblighi di comportamento.

Fase iniziale

L’azienda deve comunicarti per iscritto la contestazione disciplinare, informandoti che hai diritto a difenderti, ovvero ricevendo ascolto e presentando le tue giustificazioni scritte.

Fase di difesa del lavoratore

Se dovessi decidere di difenderti, puoi:

  • inviare una giustificazione scritta, che l’azienda dovrà valutare;
  • chiedere di ricevere ascolto: in questo caso, l’azienda deve fissare un incontro per consentirti di esporre la tua versione.

Fase conclusiva

il datore di lavoro intima il licenziamento oppure comunica la conclusione del procedimento disciplinare.

La contestazione dell’addebito nel procedimento disciplinare 

La contestazione disciplinare è il primo passo del procedimento disciplinare ed è anche la fase più delicata. Qui viene definito con precisione cosa ti viene contestato e su quali basi si avvia il procedimento.

Per essere valida, la contestazione deve rispettare alcuni principi fondamentali:

  • immediatezza e tempestività: l’azienda deve formalizzare l’addebito entro un termine preciso, che di solito è indicato nel contratto collettivo. Questo perché il potere disciplinare deve essere esercitato subito, per garantirti la possibilità di difenderti. Il termine decorre da quando l’azienda ha una cognizione completa dei fatti, e non semplicemente da quando ne viene a conoscenza;
  • forma scritta: può sembrare scontato, ma la contestazione disciplinare deve sempre essere scritta, non è valida una comunicazione verbale;
  • specificità della contestazione: l’azienda deve spiegare nel dettaglio i fatti contestati, indicando luogo, data e modalità della condotta che ritiene una violazione. Deve anche chiarire quali obblighi contrattuali sono stati violati;
  • diritto di difesa: nella contestazione deve essere indicato espressamente il tuo diritto di presentare una difesa scritta o di essere ascoltato per spiegare la tua posizione;
  • immutabilità del fatto contestato: una volta avviata la contestazione, l’azienda non può modificarla o aggiungere nuovi elementi. Ad esempio, se ti viene contestato il furto di un bene, l’azienda non può aggiungere altri episodi di furto successivamente, né nel licenziamento né in un eventuale giudizio.

La conclusione del procedimento disciplinare in azienda 

Il procedimento disciplinare si può concludere in due modi:

  1. intimazione del licenziamento: nella comunicazione deve essere riassunto l’addebito disciplinare, devono essere esposte in modo riassuntivo le eventuali tue difese in quanto dipendente e i motivi per cui non sono state accolte, e deve essere intimato il licenziamento.
  2. archiviazione del procedimento: se la società accoglie le tue difese o, per motivi sopravvenuti, decide di non proseguire, il procedimento si conclude con un provvedimento di archiviazione.

Le dimissioni durante procedimento disciplinare​ 

Durante il procedimento disciplinare, il rapporto di lavoro rimane attivo. Questo significa che, a meno che non venga disposta una sospensione cautelare, devi continuare a svolgere la tua attività lavorativa.

Se lo ritieni opportuno, puoi comunque presentare le dimissioni mentre il procedimento è in corso. Tuttavia, essendo una tua scelta, in questo caso perderesti il diritto alla NASpI, l’indennità di disoccupazione.

Impugnazione del procedimento disciplinare 

Non puoi impugnare il procedimento disciplinare in sé, ma solo il provvedimento finale, cioè la sanzione disciplinare che l’azienda decide di adottare.

Se impugni la sanzione, puoi far valere tutti gli errori e le irregolarità commesse nel procedimento, ad esempio:

  • ritardo nella contestazione, se l’azienda non ha rispettato i tempi previsti;
  • violazione del tuo diritto di difesa, se non ti è stata data la possibilità di spiegare la tua posizione;
  • errore nella valutazione dei fatti, se la contestazione si basa su ricostruzioni sbagliate;
  • sanzione eccessiva o applicata in modo errato, se il provvedimento è sproporzionato rispetto alla condotta contestata.

Se decidi di impugnare il licenziamento, è fondamentale conoscere termini e modalità per farlo nel modo corretto.

Esempi di casi in cui avviare un procedimento disciplinare

L’azienda deve avviare il procedimento disciplinare ogni volta che intende applicare una sanzione disciplinare.

Solo in alcuni casi, i contratti collettivi permettono di adottare un semplice rimprovero verbale, senza bisogno di aprire il procedimento. Per sapere quali sanzioni possono essere applicate senza questa procedura, è sempre utile consultare il contratto collettivo di riferimento.

In generale, sanzioni come la sospensione disciplinare o il licenziamento non possono mai essere adottate senza prima avviare e concludere correttamente il procedimento disciplinare.

I contratti collettivi elencano, a titolo esemplificativo, le situazioni in cui possono essere applicate le diverse sanzioni disciplinari.

Durata procedimento disciplinare​ 

Devi consultare il contratto collettivo per capire il termine entro quando il procedimento disciplinare deve essere concluso.

Prendiamo come esempio tre dei contratti più diffusi a livello nazionale per scoprire la durata del procedimento disciplinare.

Contratto collettivo del commercio e del terziario: 

    • Formalizzazione contestazione disciplinare in modo tempestivo; 
    • + 5 giorni per difesa; 
    • + 15 giorni dal precedente termine per conclusione procedimento, prorogabile di ulteriori 30 giorni ;
  • = 20/35 giorni circa dall’apertura del procedimento.

Contratto collettivo metalmeccanici industria

    • Formalizzazione contestazione disciplinare in modo tempestivo; 
    • + 5 giorni per difesa; 
    • Entro 6 giorni dalla scadenza del precedente termine per conclusione procedimento;
  • = 11 giorni circa dall’apertura del procedimento.

Contratto collettivo trasporto e logistica: 

    • Formalizzazione contestazione disciplinare entro 20 giorni dalla compiuta conoscenza dei fatti; 
    • + 10 giorni per difesa; 
    • + 20 giorni dal precedente termine per conclusione procedimento;
  • = 30 giorni dall’apertura del procedimento.

 

Leggi anche:

Licenziamento e maternità: quali sono i divieti e le deroghe?

Che cos’è la contestazione disciplinare?

Licenziamento per insubordinazione del lavoratore

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.