La vertenza sindacale non prevede vincitori o perdenti, ma è uno strumento utile per trovare un accordo tra lavoratori e azienda
La vertenza sindacale è una richiesta che tu e altri lavoratori e lavoratrici fate all’azienda con l’aiuto del sindacato.
Qual è il significato di vertenza sindacale? Si tratta di un percorso di tutela in cui il sindacato ti assiste per far valere i tuoi diritti.
Con una vertenza sindacale puoi chiedere il pagamento degli stipendi arretrati, l’impugnamento di un licenziamento, la segnalazione di comportamenti vessatori o di mobbing oppure contestare le irregolarità contrattuali.
Il procedimento di una vertenza sindacale è semplice perché non esiste una procedura rigida. La cosa più importante è informare l’azienda delle richieste che presenti. Per il resto non ci sono passaggi obbligatori e il percorso cambia in base al caso.
Se la vertenza parte da un’unica persona, può svolgersi in modo riservato senza particolare visibilità.
Nei licenziamenti collettivi di solito la vertenza è più “pubblica”, con comunicati stampa e il coinvolgimento di soggetti istituzionali.
Puoi chiedere al tuo sindacato di avviare una vertenza sindacale per qualsiasi problema o richiesta, per te soltanto o insieme ad altre persone.
Di solito la vertenza precede l’intervento di un avvocato, ma non è obbligatorio passare dal sindacato prima di rivolgerti a un avvocato del lavoro.
Vediamo le cause più comuni di vertenza sindacale:
Vediamo come fare e dove fare una vertenza sindacale. Per avviare la vertenza rivolgiti a una sigla sindacale.
Non esiste un luogo fisso in cui presentarla. A volte si svolge nei locali del sindacato o dell’azienda, altre volte si gestisce per telefono o con scambi di documenti. Può anche succedere che, dopo l’avvio, l’azienda non risponda.
Per i documenti conviene conservare il contratto di lavoro e tutte le comunicazioni legate alla controversia. Puoi raccogliere prove utili come mail, documenti, registrazioni e fotografie dei luoghi di lavoro, così da sostenere le tue richieste.
Non c’è una regola unica sui tempi per avviare una vertenza sindacale, serve valutare il caso concreto.
La legge prevede che hai 60 giorni dalla comunicazione del licenziamento per impugnare il provvedimento.
Per il pagamento dello stipendio vale la prescrizione di cinque anni, che nella maggior parte dei casi decorre dalla fine del rapporto.
Non esiste un tariffario dei costi di una vertenza sindacale, quindi ti conviene informarti subito su costi e oneri della procedura. In molti casi, se hai aderito a un sindacatoÈ un’organizzazione che ha il compito di rappresentare e difendere i diritti e gli interessi di categoria dei lavoratori o dei datori di lavoro. More, non sostieni costi per l’avvio e la gestione della vertenza.
Può anche capitare che, con esito positivo, una percentuale delle somme incassate venga riconosciuta al sindacato come contributo alle spese.
In quanto lavoratore non rischi nulla se avvii una vertenza sindacale. L’azienda non può sanzionarti né adottare provvedimenti contro di te solo perché hai fatto valere i tuoi diritti.
L’esercizio dei tuoi diritti non può mai essere motivo di ritorsioni o licenziamento. Se accade, è un comportamento illecito e va contestato.
Nulla. Il datore di lavoro è libero di decidere se partecipare o no alla vertenza sindacale. L’azienda può rispondere oppure non rispondere alla lettera del sindacato e può scegliere se presentarsi agli incontri.
Anche quando partecipa agli incontri non rischia nulla, perché si tratta di trattative e non dimostrano la volontà di riconoscere la fondatezza delle richieste avanzate con la vertenza.
Una vertenza sindacale non segue una procedura precisa e non ha una durata fissa. Non è sempre facile capire quanto dura. Alcune vertenze vanno avanti per mesi quando coinvolgono più persone.
Altre si chiudono in pochi giorni se l’azienda non risponde o dichiara che non riconosce la fondatezza della richiesta e non intende trattare.
L’azienda che riceve la comunicazione di apertura della vertenza può difendersi in più modi:
La vertenza sindacale può chiudersi con un accordo tra te e l’azienda.
In quel caso si firma un verbale di conciliazione dove sono indicati gli impegni di entrambe le parti. La conciliazione firmata in sede sindacale è definitiva: non puoi più contestarla e non si può riaprire.
Sì, non è molto frequente, ma puoi ritirare una vertenza sindacale. Che cosa succede? Tu o il tuo sindacato informate l’azienda che volete abbandonare le trattative. Rinunciare a una vertenza non richiede formalità, ti basta smettere di portare avanti le trattative o interrompere gli scambi.
Il risarcimento dipende da cosa chiedi e da come finisce la vertenza. Se ottieni il pagamento di stipendi o TFR arretrati, ti spettano anche interessi e rivalutazione fino al saldo e in molti casi anche il rimborso delle spese legali. In caso di licenziamento illegittimo, la legge prevede un’indennità risarcitoria calcolata in mensilità di stipendio.
Per mobbingComportamenti e atti, aggressivi e persecutori, messi in atto dal datore di lavoro (o dai suoi dipendenti) con lo scopo di emarginare una persona tramite violenza psichica e morale continuata nel tempo, e con lo scopo di comprometterne pesantemente la normale attività lavorativa. More o violazioni della sicurezza puoi chiedere anche un danno non patrimoniale, da valutare caso per caso e che deve essere dimostrato. Se chiudi con una conciliazione sindacale, l’accordo è in genere definitivo e non si può più impugnare.
Se la vertenza sindacale si conclude senza accordo, quindi non c’è una parte vincitrice e una parte perdente. Dal punto di vista giuridico non esiste una “vertenza sindacale persa”. Se non si arriva a un’intesa puoi proseguire con un ricorso in tribunale affidandoti a un avvocato del lavoro.
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