Differenza tra infortunio, malattia e malattia professionale

Sicurezza: la differenza tra infortunio e malattia
(foto Shutterstock)

Malattia e infortunio sono due concetti che possono sembrare simili ma in realtà cambiano la disciplina sostanziale, i trattamenti, le tutele

È molto importante comprendere le differenze tra infortunio, malattia e malattia professionale perché ognuna di queste parole si riferisce ad una situazione specifica, con regole e procedure diverse da rispettare nel caso in cui si verifichi uno di questi eventi. 

Ti basta pensare, infatti, che quando parliamo di malattia comune intendiamo uno stato di salute momentaneamente alterato che non ti permette di andare al lavoro e per il quale otterrai, in base alle regole anche del CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro), un’indennità gestita dall’INPS per i giorni di assenza.

La malattia professionale, invece, può sorgere anche tanto tempo dopo la fine della carriera professionale e l’indennità, oltre che tutta la procedura di denuncia del fatto, è gestita dall’Inail e cioè l’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.   

Conoscere questa differenza è essenziale non solo per te in quanto lavoratore, ma anche per le aziende. I tre termini elencati, infatti, indicano situazioni diverse, ognuna con specifiche tutele e implicazioni legali. 

Vediamo insieme cosa li distingue e quali sono gli aspetti chiave da conoscere. Iniziamo!

Qual è la differenza tra infortunio e malattia?

La differenza tra infortunio e malattia riguarda principalmente le cause e le circostanze in cui si verificano. Nello specifico parliamo di:

  • infortunio sul lavoro quando accade un evento traumatico durante l’attività lavorativa o nel tragitto casa-lavoro, che causa un danno fisico o psichico. Deve essere un evento improvviso e violento che mantiene un legame con il lavoro svolto o da svolgere;
  • malattia comune quando, invece, ci sono malattie che non sono legate all’attività lavorativa, come ad esempio un’influenza o altre malattie non professionali. In questo caso, il rientro al lavoro dipende dai giorni necessari alla pronta guarigione stabiliti dal medico di riferimento; 
  • malattia professionale quando, infine, si presenta, anche a distanza di diversi anni, una patologia più o meno grave che è conseguenza diretta dell’esposizione a rischi specifici legati al lavoro, come per esempio agenti chimici o movimenti ripetitivi.

Ti starai chiedendo, quindi, qual è la differenza tra infortunio e malattia professionale? Mentre l’infortunio è un evento singolo e improvviso, la cui conseguenza fisica la puoi percepire nell’immediato o breve periodo, la malattia professionale può essere qualcosa di più nascosto. Il risultato di aver lavorato per diverso tempo a stretto contatto con un fattore di rischio (esempio un gas o un agente chimico), infatti, può anche non manifestarsi subito, ma a distanza di diversi anni anche quando la carriera professionale è già finita. 

Fai attenzione però: la differenza tra infortunio e malattia professionale rimane anche per quanto riguarda le tutele specifiche. Vediamo di analizzarle più nel dettaglio! 

Tutele specifiche

Sia la malattia professionale che l’infortunio sono tutelati dall’INAIL, ma con modalità diverse. 

Senza entrare troppo nel dettaglio, perché la materia è abbastanza complicata, per l’infortunio è fondamentale che il datore di lavoro, se l’infortunio porta a un’assenza superiore ai tre giorni, trasmetta in meno tempo possibile la denuncia di infortunio all’INAIL e dovrà essere dimostrato il collegamento con la prestazione lavorativa

Per la malattia professionale, invece, serve una diagnosi medica specifica che classifica la tua ipotetica patologia tra le malattie cosiddette “tabellate”, e cioè quelle che l’Istituto considera automaticamente conseguenza dell’attività lavorativa, o tra quelle “non tabellate”, per le quali sarai tu a dover dimostrare il collegamento con l’attività lavorativa. 

Per concludere, poi, se la malattia professionale non viene denunciata subito, hai diritto alle prestazioni Inail entro tre anni dal giorno in cui la malattia si è manifestata o da quando è stata diagnosticata.

Chi paga infortunio e malattia?

Quando si parla di infortunio e malattia, il trattamento economico varia in base alla tipologia e alla durata dell’evento.

Per la malattia comune, se hai rispettato tutte le regole previste dalla legge e dal CCNL per la comunicazione tempestiva della malattia al tuo datore di lavoro e hai fornito le informazioni obbligatorie per il certificato medico, l’INPS ti paga la relativa indennità per tutti i giorni coperti da certificato. A seconda del settore in cui lavori, poi, i primi giorni di assenza potrebbero essere pagati al 100% dall’azienda, se previsto dal contratto collettivo.  

Attenzione: ricordati che l’indennità di cui stiamo parlando spetta al personale dipendente con regolare rapporto di lavoro subordinato, ma restano escluse le categorie professionali di colf e badanti, impiegati dell’industria, dirigenti, portieri e quadri del settore dell’industria e dell’artigianato.  

Se cadi vittima di un infortunio sul lavoro, invece, il meccanismo è molto simile a quello che abbiamo visto per la malattia comune, ma tutto è gestito dall’INAIL e non dall’INPS. Sarà questo ente, infatti, a garantire un’indennità giornaliera calcolata in misura percentuale sulla tua retribuzione media giornaliera. Questa percentuale varia a seconda di quanti giorni ti servono per guarire completamente. 

Parlando, infine, della malattia professionale possiamo dire che il metodo di pagamento è molto simile a quello dell’infortunio, ma ciò che è più complesso riguarda l’iter da affrontare per il riconoscimento della patologia e di eventuali altri danni che potresti aver subito o subire in seguito alla malattia professionale. 

Ti ricordiamo, comunque, che il ruolo dell’azienda è centrale e fondamentale in tutti questi eventi, ma in particolar modo quando c’è da denunciare all’INAIL un infortunio in azienda o nel tragitto casa-lavoro. Non solo: il datore di lavoro, in questi casi, dovrà sempre collaborare con tutte le figure professionali addette alla sicurezza sul lavoro che vengono coinvolte in seguito ad eventi di questo tipo. 

Infortunio e malattia: la differenza in quanto si prende

Una delle principali differenze tra infortunio e malattia riguarda l’indennità pagata a te in quanto lavoratore durante il periodo di assenza. Abbiamo già fatto dei piccoli accenni nel paragrafo precedente, ma ora analizziamo la questione più nel dettaglio!

Malattia comune 

Se hai rispettato tutte le regole di legge e di CCNL, allora hai diritto all’indennità economica giornaliera dell’INPS. In pratica: 

  • dal al 20° giorno di malattia, l’INPS paga il 50% della tua retribuzione media giornaliera;
  • dal 21° giorno in poi fino al termine massimo di 180 giorni, è aumentata al 66,66%.  

Oltre a queste percentuali, sempre se previsto dal contratto collettivo, potrebbe esserti pagata una somma a integrazione della tua retribuzione da parte del datore di lavoro. I primi tre giorni di assenza per malattia, invece, sono pagati in base alle regole previste dai contratti collettivi. 

Infortunio sul lavoro 

Lo schema per il pagamento è il seguente: 

  • nei primi tre giorni di assenza, il datore di lavoro è obbligato a pagare il 100% della retribuzione per il giorno in cui è avvenuto l’infortunio, e il 60% per gli altri giorni a meno che non siano previsti importi più elevati dal CCNL; 
  • dal giorno fino al 90°, subentra l’INAIL che ti assicura una indennità pari al 60% della retribuzione media giornaliera;
  • dal 91° giorno fino alla guarigione, invece, aumenta al 75%

Per la malattia professionale, infine, come abbiamo già detto funziona in modo simile all’infortunio anche se l’INAIL che gestisce anche questo indennizzo paga tenendo conto della gravità della patologia e dell’impatto che questa condizione di salute ha sul reddito della persona.

Differenza tra infortunio e malattia nel licenziamento

Per parlare di questo tema dobbiamo tirare in ballo anche il periodo di comporto. Di cosa si tratta? È il periodo massimo entro cui hai diritto alla conservazione del posto di lavoro e gli enti previdenziali e assicurativi ti tutelano con le relative indennità. 

È quasi sempre la contrattazione collettiva a regolare la durata del comporto dato che la legge lo fa soltanto per gli impiegati, fissandola a:

  • 3 mesi se l’anzianità di servizio è inferiore a 10 anni; 
  • 6 mesi se invece è superiore a 10 anni.

Normalmente i CCNL prevedono un periodo di comporto che cresce al crescere dell’anzianità di servizio e della qualifica.

Cosa succede se il dipendente viene licenziato durante il periodo di comporto? A ben vedere, dobbiamo distinguere due situazioni: 

  • licenziamento durante il comporto: se si viene lasciati a casa solo per motivi legati al continuare della malattia o dell’infortunio, il licenziamento non vale o meglio è nullo. L’azienda può lasciarti a casa solo in presenza di una giusta causa o di un giustificato motivo oggettivo
  • licenziamento scaduto il comporto: se sei ancora assente per malattia o infortunio, ma non hai più giorni di comporto a disposizione, allora l’azienda può porre fine al rapporto di lavoro rispettando tutte le regole di legge previste per il licenziamento individuale

Chiunque sia stato licenziato ingiustamente durante questi periodi può impugnare il licenziamento e chiedere di rientrare nel posto di lavoro o un risarcimento danni. Cosa e quanto chiedere dipende da diversi fattori tra cui il regime di tutela applicabile e le dimensioni aziendali. 

Infortunio e malattia: i rischi per l’azienda

Per le aziende, la gestione di infortunio e malattia comporta responsabilità legali e amministrative significative.

  1. mancata denuncia: non comunicare un infortunio all’INAIL entro i termini previsti può portare a sanzioni amministrative;
  2. sicurezza sul lavoro: un infortunio grave può evidenziare carenze nei sistemi di prevenzione e sicurezza aziendale, con conseguenti responsabilità penali;
  3. costi indiretti: oltre alle tutele da assicurare ai lavoratori, gli infortuni e le malattie professionali possono generare costi aggiuntivi, come sostituzioni del personale e perdita di produttività;
  4. reputazione: un alto tasso di infortuni o malattie professionali può compromettere l’immagine dell’azienda, incidendo sull’employer branding.

Alcune tecniche da studiare e implementare in azienda, quindi, per cercare di contenere questi rischi e di cui anche tu dovresti essere a conoscenza potrebbero essere: 

  • efficace e chiaro sistema di gestione della sicurezza negli ambienti di lavoro;
  • formazione specifica per il personale sui rischi specifici del settore;
  • controlli periodici per prevenire esposizioni a rischi e/o sostanze pericolose per la salute delle persone; 
  • adeguata informazione ai dipendenti dei procedure da seguire nel caso si verifichi uno o più di questi eventi. 

Conclusioni

La comprensione delle differenze tra infortunio, malattia e malattia professionale è cruciale per garantire una gestione corretta e conforme alla normativa. Non solo le aziende devono conoscere diritti, doveri e procedure per tutelarsi adeguatamente e prevenire situazioni di conflitto, ma anche il personale dipendente. 

Avere consapevolezza della procedura da seguire nel caso un collega cada vittima di infortunio sul lavoro può essere cruciale anche per salvare delle vite. 

 

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