Malattia professionale: quando decade il diritto al risarcimento del danno?

Patologia insorta a causa dell'attività lavorativa
(foto Shutterstock)

La Corte di Cassazione, ribaltando due precedenti sentenze, ha ribadito i princìpi per il diritto al risarcimento per malattia professionale

Con la sentenza 13806 del 19 maggio 2023, la Corte di Cassazione ha ribadito i criteri per la prescrizione del diritto al risarcimento in caso di malattia professionale per il lavoratore e i suoi eredi.

Il periodo di prescrizione, ha stabilito la Corte, non comincia dal momento della diagnosi o dai primi sintomi della malattia, ma solo dal giorno in cui questa possa essere collegata oltre ogni ragionevole dubbio all’attività professionale.

Il caso

La vicenda riguardava gli eredi di un lavoratore pugliese morto per un tumore alla faringe a seguito dell’esposizione e del contatto con materiale cancerogeno durante l’attività lavorativa.

Il Tribunale di Taranto e la Corte d’Appello di Lecce avevano rigettato la richiesta di danni degli eredi, dichiarando caduto in prescrizione qualsiasi diritto al risarcimento.

Secondo i giudici di primo e secondo grado, la prescrizione sarebbe cominciata nel 1991, anno di pubblicazione di una legge che aveva introdotto particolari cautele per i lavoratori esposti a sostanze cancerogene.

I parenti, ha spiegato la Corte, avrebbero quindi dovuto collegare la patologia del familiare con la sua attività lavorativa già nel 1991, e avrebbero dovuto attivarsi già allora per interrompere la prescrizione.

Che cos’è la prescrizione?

Prima di analizzare nello specifico la sentenza della Corte di Cassazione, rivediamo i principi che regolano la prescrizione del credito.

Il termine “prescrizione” indica l’estinzione del diritto a causa del trascorrere del tempo: l’ordinamento sanziona quindi l’inerzia del creditore che, per un determinato lasso di tempo, non ha esercitato il proprio credito.

È tuttavia possibile interrompere la prescrizione con delle richieste formali di pagamento, che faranno cominciare un nuovo periodo di prescrizione.

Prescrizione e malattia professionale: da quando decorre?

Nel caso in oggetto, la Corte di Cassazione è stata chiamata a determinare l’inizio del periodo di prescrizione del diritto al risarcimento per i danni causati da malattia professionale.

La Corte ha innanzitutto ricordato un principio fondamentale: in caso di malattia professionale, la prescrizione decorre dal momento in cui una o più situazioni consentano al malato di stabilire in modo inequivocabile il collegamento tra la patologia e l’attività lavorativa. 

In altre parole, non basta che un soggetto si ammali, ma sarà anche necessario che tale patologia venga ricollegata con certezza alla sfera professionale.

Le necessarie visite mediche

Secondo la Corte, una patologia non può sempre essere collegata con assoluta certezza a un’origine professionale. 

A tal proposito, la Cassazione ha affermato che il giorno da cui decorre la prescrizione deve essere fatto coincidere con il momento “in cui la malattia viene percepita o può essere percepita quale danno ingiusto conseguente al comportamento doloso o colposo di un terzo, usando l’ordinaria diligenza e tenuto conto della diffusione delle conoscenze scientifiche”.

Secondo le Sezioni Unite, “l’ordinaria diligenza richiesta al soggetto danneggiato sarà soddisfatta dall’avvenuta consultazione di personale sanitario e dalla sottoposizione agli accertamenti prescritti [e una volta accertato] se siano state fornite informazioni atte a consentire all’interessato il collegamento con la causa della patologia, o se lo stesso sia stato quantomeno posto in condizione di assumere tali conoscenze”.

Il diritto al risarcimento del danno da parte dei superstiti

Gli stessi princìpi sopra illustrati si applicano quindi anche ai parenti del lavoratore morto per malattia professionale nel caso in oggetto: la prescrizione ha avuto inizio una volta accertato che l’uomo sia deceduto per una patologia che ha origine professionale

Sulla base di questi criteri, e analizzata la specifica situazione in oggetto, la Suprema Corte ha quindi stabilito che sarà possibile per gli eredi richiedere il risarcimento del danno, ribaltando la precedente sentenza della Corte d’Appello.

 

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