Pensione di vecchiaia, APE sociale, “Opzione donna”, pensione anticipata e “Quota 100”: una panoramica sulle opzioni disponibili per chi si avvicina alla fine della propria attività lavorativa
La pensione di vecchiaia è il trattamento pensionistico che si ottiene al raggiungimento della cosiddetta “età pensionabile” e in presenza di altri requisiti.
L’età pensionabile viene adeguata nel tempo per effetto del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita.
Ad oggi, e per tutto il biennio 2021-2022, i requisiti per andare in pensione sono:
Per accedere al trattamento non si deve attendere alcun periodo “finestra”, quindi dal momento in cui si ottengono i requisiti si può richiedere la pensione.
Per i lavoratori che hanno svolto lavori gravosi – per almeno 7 anni – negli ultimi 10 anni della loro vita lavorativa, è possibile richiedere il trattamento pensionistico anzitempo, e cioè a 66 anni e 7 mesi, purché il lavoratore abbia versato contributi per almeno 30 anni.
L’APE Sociale è un trattamento che consiste in un’indennità a carico dello Stato volta a favorire e accompagnare al pensionamento determinati soggetti. La concessione dell’APE sociale è subordinata alla cessazione dell’attività lavorativa e non spetta a coloro che sono già titolari di un trattamento pensionistico diretto.
I soggetti che possono accedere all’APE sociale devono aver compiuto 63 anni entro la fine del 2021 e, alternativamente, devono:
Il lavoratore dovrà comunque vantare un’anzianità contributiva minima dai 30 ai 36 anni, variabile a seconda della categoria dei in cui si troverà il lavoratore in base ai requisiti sopra menzionati.
Una particolare tipologia di APE sociale è prevista per le donne.
La cosiddetta “APE sociale donna” è riconosciuta alle madri, con possibilità di anticipare la percezione del trattamento pensionistico rispetto ai requisiti contributivi richiesti dall’APE sociale, riducendolo di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di 2 anni.
Possono presentare domanda di verifica delle condizioni di accesso all’APE sociale tutti coloro che hanno perfezionato i requisiti negli anni precedenti il 2020.
Opzione donna è un istituto sperimentale di pensionamento anticipato a favore delle donne che entro il 2020 abbiano maturato 35 anni di contributi, e 58 o 59 anni di età, a seconda che le lavoratrici siano subordinate o autonome.
Le donne che richiedono la pensione secondo questi requisiti ottengono la pensione in 12 mesi dal momento della maturazione dei requisiti.
Un’altra condizione di accesso e che la pensione venga calcolata, obbligatoriamente, con il metodo contributivo.
La pensione anticipata, per i contribuenti che hanno maturato anzianità contributiva prima del 1995 , e cioè lavorato prima di tale anno, ha sostituito la “vecchia” pensione di anzianità a cui è possibile accedere a qualsiasi età, purché sia stato raggiunto un determinato numero di anni di contribuzione.
Il requisito contributivo, ovvero il totale dei contributi richiesti, tra il 2019 ed il 2026 è fissato, per le donne, a 41 anni e 10 mesi e, per gli uomini, a 42 anni e 10 mesi. Inoltre, per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 1996, e cioè che abbiano iniziato a lavorare da gennaio 2016, è possibile conseguire la pensione anticipata al raggiungimento di 64 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione.
La pensione, in questo caso, è accessibile solo a seguito della finestra mobile trimestrale, ciò significa che il primo assegno si otterrà trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti alla pensione. Ai fini del conseguimento della prestazione pensionistica è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.
Per incentivare il ricambio generazionale è stata introdotta in via sperimentale fino al 2021 una misura speciale di pensionamento anticipato per cui è richiesto un numero minimo di anni contributivi e di età: rispettivamente, 38 anni di contributi e 62 anni di età. Il diritto a tale pensione deve essere conseguito entro il 2021.
Per il raggiungimento del requisito contributivo è possibile cumulare periodi assicurativi, non coincidenti, presenti in più gestioni contributive dell’INPS.
Anche in questo caso, per la percezione del trattamento pensionistico, è prevista una finestra di 3 mesi.