Apprendistato: stipendio medio in Italia

Apprendistato: come funziona la retribuzione?
(foto Shutterstock)

Come funziona la retribuzione per l’apprendista, sia durante il lavoro che durante le ore di formazione

Stipendio apprendista: i criteri della retribuzione

Il contratto di apprendistato ha caratteristiche molto particolari ed è generalmente finalizzato alla formazione e a favorire l’occupazione dei giovani. La retribuzione dell’apprendista cresce durante il periodo di apprendistato in modo graduale: a mano a mano che l’apprendista impara, il datore ha l’obbligo di corrispondere una retribuzione crescente nel corso degli anni.

Perché viene scelta questa forma di contratto?

Perché va incontro alle esigenze del datore di lavoro, e in parte anche a quelle del lavoratore stesso.

Il datore beneficia di sgravi contributivi, riducendo i costi aziendali. Questa diminuzione dei costi viene accordata dal legislatore, partendo dal presupposto che l’apprendista non possa avere un rendimento uguale a quello di un qualificato, magari con diversi anni di esperienza alle spalle. 

L’apprendista, invece, prenderà una retribuzione più bassa di un qualificato, ma in aggiunta gli verranno forniti gli insegnamenti necessari per raggiungere il livello di professionalità definito dal tipo di apprendistato sottoscritto.

Di solito sono tre i casi in cui si sottoscrive questo contratto:

Il contratto di apprendistato può essere a tempo pieno, e cioè avere una retribuzione per lo più calcolata su 40 ore settimanali, ma può essere stipulato anche con un contratto part time. In quest’ultimo caso, è bene fare riferimento al CCNL applicato, per individuare la soglia minima di ore che il contratto deve avere.

Contratto di apprendistato: qual è lo stipendio medio

Oltre agli sgravi contributivi, la legge riconosce ai datori di lavoro anche incentivi sotto il profilo delle retribuzioni da erogare.

L’apprendista, per il primo periodo di lavoro, si troverà generalmente una busta paga più bassa rispetto a un lavoratore qualificato. Questo perché al datore di lavoro sono concessi due tipi di riduzioni della paga minima prevista contrattualmente.

Vediamole in dettaglio. L’apprendista può: 

  • essere inquadrato fino a due livelli inferiori rispetto a quello stabilito dal CCNL per le mansioni alle quali è finalizzato l’apprendistato
  • percepire una percentuale della retribuzione di una stessa figura qualificata, come per esempio l’85 o il 95% di quella che è considerata la retribuzione normale.   

Proprio a causa di tutte queste varianti, non è possibile stimare quale sia lo stipendio medio, né quale sia la retribuzione per un contratto di apprendistato a 40 ore settimanali.

Il meccanismo del “sotto-inquadramento” retributivo e della “percentualizzazione” sono tra loro alternativi e non possono quindi essere applicati insieme.

Facciamo un esempio per capire meglio le due tipologie:

Sottoinquadramento

Il CCNL Terziario Confcommercio prevede che l’apprendista, in un primo periodo, venga inquadrato due livelli al di sotto rispetto a quello di destinazione, per poi passare a un livello inferiore a quello finale per il periodo successivo. Questo vuol dire che un Impiegato livello di destinazione 4 sarà inquadrato per i primi 18 mesi al 6° livello, e dal 19° al 36° mese al 5°.

Percentualizzazione

Nel CCNL Metalmeccanica Industria, l’apprendistato dura 36 mesi. Nei primi 12 mesi, il lavoratore percepirà l’85% della retribuzione del livello di destinazione, per poi passare al 90 e 95%, rispettivamente con il secondo e terzo periodo di 12 mesi.

Questi esempi sono comunque da considerare generici, poiché per particolari tipi di apprendistato sono applicate regole diverse.

Tabella retribuzione apprendistato

Per capirci meglio, potremmo fare un rapido esempio di retribuzione, prendendo a riferimento uno dei CCNL più diffusi, cioè quello del Terziario Confcommercio.

Abbiamo preso in considerazione un apprendista full time, livello finale 5 del CCNL Commercio. La sua retribuzione, per i primi 18 mesi, sarà quella equivalente al 7° livello, perché vige appunto il doppio-sottoinquadramento. 

Come possiamo vedere, l’apprendista da una parte è sicuramente pagato meno rispetto a un qualificato del livello di destinazione, ma dall’altra paga meno contributi e imposte rispetto a un pari qualificato per lo stesso livello. Per il 2024, questa differenza si è sensibilmente ridotta per effetto degli sgravi contributivi in essere.

Retribuzione durante le ore di formazione

Un elemento alla base di questo tipo di contratto è la formazione del lavoratore. Come vengono retribuite queste ore durante il rapporto di lavoro? Bisogna fare una distinzione tra i tipi esistenti. L’apprendistato può essere di 1°, 2° o 3° tipo.

Per il primo tipo, cioè quello per acquisire un titolo di studio quali il diploma o il certificato di specializzazione tecnica, e per il terzo, cioè quello di alta formazione e ricerca:

  • il datore di lavoro è esonerato da ogni obbligo retributivo per le ore di formazione svolte all’interno dell’istituzione formativa (scuola)
  • per le restanti, è riconosciuta al lavoratore una retribuzione pari al 10% di quella che gli sarebbe dovuta se qualificato.

Questa è la regola generale: chi è in apprendistato di primo livello non può prendere meno di questa percentuale. I contratti collettivi, però, potrebbero prevedere delle condizioni migliorative.

Per quanto riguarda l’apprendistato di 2° tipo, il cosiddetto “professionalizzante”, le ore di formazione interna sono comprese nella normale retribuzione percepita.

Quali sono i limiti per la retribuzione? 

È vietato remunerare l’apprendista secondo tariffe di cottimo, cioè in base alle quantità prodotte, proprio perché l’apprendista di per sé non può rendere come un normale lavoratore.

Inoltre è vietato utilizzare questa forma contrattuale con il solo scopo di sfruttare le agevolazioni contributive e normative previste.

 Il contratto di apprendistato non può essere utilizzato con il solo scopo di far svolgere l’attività lavorativa, ma deve prevedere allo stesso tempo specifiche attività di insegnamento da parte del datore. Questa parte è un elemento essenziale del contratto.

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