Blocco dei licenziamenti: è sempre ammesso il licenziamento per giusta causa

img 1: “Licenziamento per giusta causa”
(foto Shutterstock)

L’azienda può sempre licenziare il dipendente per gravissimi inadempimenti perché il divieto opera esclusivamente per i licenziamenti economici

Il Parlamento è intervenuto più volte, nel corso della pandemia, con vari provvedimenti che hanno prorogato il blocco dei licenziamenti. Non si tratta tuttavia di un blocco generalizzato e indiscriminato. Questo “divieto di licenziamento” ha riguardato e riguarda ancora solo i licenziamenti individuali o collettivi per motivi economici. I licenziamenti fondati su motivi disciplinari, invece, non rientrano nel blocco e possono sono sempre essere adottati dal datore di lavoro.

La disciplina del blocco dei licenziamenti fino a fine anno

Il divieto di licenziamento per ragioni economiche si applica fino al 31 ottobre 2021 per tutte le società che non applicano la cassa integrazione ordinaria e per tutte le industrie della moda (tessili, abbigliamento e pelletteria).

Inoltre, devono rispettare il blocco dei licenziamenti le società che usufruiscono della cassa integrazione (industria, trasporti, edilizia) per tutto il periodo di utilizzo dell’ammortizzatore sociale.

Le deroghe al divieto di licenziamento

Il divieto non si applica ad alcune ipotesi espressamente previste dal Legislatore, ad esempio in caso di cessazione definitiva dell’intera attività d’impresa, oppure in caso di fallimento della società senza esercizio provvisorio dell’impresa, o nel caso in cui i lavoratori licenziati passino alle dipendenze del nuovo appaltatore nelle ipotesi di subentro in un appalto.

Il licenziamento per giusta causa è sempre ammesso

Questa particolare forma non è mai rientrata nell’ambito di applicazione del blocco dei licenziamenti. Ciò significa che dall’inizio della pandemia e fino al termine del divieto, qualsiasi azienda, a prescindere dal numero di dipendenti occupati, poteva, può e potrà licenziare per giusta causa un proprio dipendente.

Che cos’è il licenziamento per giusta causa?

È detto anche “licenziamento per gravi motivi disciplinari” e si verifica quando il lavoratore ha commesso un fatto così grave da provocare l’espulsione immediata dal posto di lavoro, senza alcun preavviso. È disciplinato dall’art. 2119 del codice civile che definisce la giusta causa come la “causa che non consente la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto”. Deve trattarsi di un fatto oggettivamente e soggettivamente idoneo a ledere in modo irreparabile la fiducia del datore di lavoro. Ciò significa che, in caso di gravissimi inadempimenti, i lavoratori alle dipendenze di società per le quali opera il divieto di licenziamento (si pensi, ad esempio, alle industrie che fino a fine anno utilizzeranno la cassa integrazione) possono essere sottoposti a procedimento disciplinare e all’eventuale licenziamento per giusta causa.

 

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