La pensione anticipata è destinata ad alcune persone con determinati requisiti
La pensione anticipata è uno strumento utile per poter accedere alla pensione prima dei 67 anni. Per ottenere la pensione di vecchiaia, infatti, servono almeno 67 anni d’età anagrafica e aver versato 20 anni di contributi previdenziali.
La pensione anticipata, invece, è il trattamento pensionistico previsto per chi ha raggiunto determinati requisiti contributivi a prescindere dall’età anagrafica.
La pensione anticipata spetta alle persone iscritte all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO, sia per i lavoratori dipendenti che autonomi), alla Gestione Separata INPS o alle forme sostitutive/esclusive dell’AGO.
Fino al 2026, se godi del sistema contributivo misto, ovvero se alla data del 31 dicembre 1995 stavi già lavorando e versavi i contributi, potrai andare in pensione anticipata soddisfacendo alcuni requisiti:
Secondo la legge i requisiti contributivi andrebbero adeguati in base all’aspettativa di vita; per ora e fino al 2026, questi requisiti sono rimasti gli stessi.
Se hai iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996 hai anche la possibilità di accedere alla “pensione anticipata contributiva”, cioè a quel trattamento pensionistico che può essere richiesto:
Per richiedere la pensione anticipata bisogna sapere che è necessario:
Dopo aver mandato la domanda di pensione, il primo assegno ti verrà erogato una volta trascorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Anche i contributi figurativi valgono per la pensione anticipata, infatti ai fini del raggiungimento del requisito pensionistico sono utili tutti gli accrediti contributivi:
Devono però risultare almeno 35 anni di contribuzione effettiva senza tener conto degli accrediti figurativi per disoccupazione, e per malattia e infortunio se non integrati dal datore di lavoro.
Qualora tu non abbia versato contributi prima del 1996 o non abbia richiesto il calcolo interamente contributivo della pensione, devi sapere che i contributi pagati per la prosecuzione volontaria non rientrerebbero nel totale dei contributi versati.
Il requisito contributivo per andare in pensione anticipatamente può essere ottenuto anche cumulando, e quindi sommando, i diversi versamenti accreditati presso gestioni previdenziali differenti, comprese le casse professionali (come ad esempio la cassa prevista per i dipendenti e la gestione separata). Rientrano anche i contributi pagati per lavori prestati in un altro Paese dell’Unione Europea o anche extra Ue, se è presente una convenzione con lo Stato dove hai lavorato.
A partire dal 2017, sono stati cancellati i tagli sul calcolo della pensione anticipata per coloro che non hanno raggiunto i 62 anni d’età.
In precedenza, infatti, era previsto un taglio per i lavoratori che ricadevano nel sistema misto (cioè avevano già versato contributi prima del 31 dicembre 1995) e che raggiungevano il requisito contributivo necessario per il pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi gli uomini e 41 anni e 10 mesi le donne) pari al:
L’importo della pensione anticipata nel 2024 deve essere di un ammontare non inferiore a 3 volte l’assegno sociale, quindi per il 2024 a 1603,23 euro.
Per quanto riguarda invece l’importo massimo, fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, esso non può, in ogni caso, superare l’importo massimo mensile corrispondente a 2.993,05 euro per l’anno 2024.
Infine, lo Stato permette ai portatori di invalidità di smettere di lavorare prima di quanto previsto in via ordinaria, dando loro la possibilità di richiedere una pensione anticipata per invalidità o per malattia cronica.
Per poter richiedere la pensione è necessario smettere di lavorare. Tuttavia poi è possibile iniziare un nuovo rapporto di lavoro. Infatti, in via generale, dal 2009 è prevista l’integrale cumulabilità della pensione anticipata con i redditi, sia derivanti da un rapporto di lavoro dipendente che da un’attività da lavoro autonomo. Quindi in via generale è possibile continuare a lavorare.
Se la pensione anticipata è maturata in base al sistema contributivo, si può continuare a lavorare a patto che ci sia una delle seguenti condizioni:
In pratica, sono dei requisiti che portano ormai nella maggior parte dei casi alla totale cumulabilità dei trattamenti pensionistici con i redditi da lavoro, anche per le attività lavorative pagate interamente con il sistema contributivo.
Ci sono però delle eccezioni alla somma con i redditi da lavoro come nei confronti dei dipendenti pubblici, nel caso in cui gli stessi vengano riammessi in servizio presso le pubbliche amministrazioni.
Inoltre, non possono continuare a lavorare i pensionati titolari di pensione ai superstiti e degli assegni di invalidità; in questo caso, è prevista una diminuzione del valore di quest’ultimo, a seconda dell’ammontare complessivo dei redditi percepiti contemporaneamente, sia di lavoro dipendente che autonomo.
Altre eccezioni sono previste per tutte quelle forme di accompagnamento alla pensione come Opzione donna o Ape sociale. Per i quali non è prevista la somma dei contributi versati per via del lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui.
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