Se il lavoratore simula una malattia, in realtà inesistente, può essere licenziato per giusta causa
Un dipendente è stato licenziato per giusta causa, per essersi assentato dal lavoro per due giorni, fingendo una malattia.
Il lavoratore si è rivolto al giudice, considerando il provvedimento sproporzionato in quanto, trattandosi di un’assenza ingiustificata, la contrattazione collettivaÈ l’accordo stipulato a livello nazionale tra i sindacati di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro per regolare determinati aspetti dei contratti individuali di lavoro di un certo settore (es. orario di lavoro, retribuzione minima, ferie, congedi, ecc.). More prevede una sanzione meno grave del licenziamento.
Il dipendente che finge una malattia e si assenta dal lavoro può essere licenziato per giusta causa?
La giusta causa di licenziamento comprende tutti quei comportamenti, adottati dal lavoratore, caratterizzati da una gravità tale da incidere definitivamente sul rapporto di fiducia instaurato con il datore di lavoro.
Può trattarsi sia di comportamenti interni al rapporto lavorativo che esterni allo stesso, compiuti fuori dall’orario di lavoro o fuori dall’azienda.
La Corte di CassazioneÈ l’organo di vertice della magistratura ordinaria italiana e rappresenta l’ultimo grado di giudizio ricorribile. Ad essa spetta, in via definitiva, l’ultima parola sulla legittimità o meno di una sentenza. More ha precisato che, in caso di pluralità di contestazioni, è sufficiente che la giusta causa sia presente anche in uno solo dei fatti addebitati.
In questo caso, infatti, il datore di lavoro ha contestato l’assenza ingiustificata dal lavoro ma anche la simulazione di uno stato di malattia.
L’ingiustificata assenza, per soli due giorni, dal luogo di lavoro, è un fatto normalmente punito con un provvedimento meno grave del licenziamento.
La simulazione di uno stato di malattia, invece, secondo i giudici rappresenta una condotta ben più grave che, determinando un’irrimediabile lesione del vincolo fiduciarioÈ una delle condizioni basilari per l’esistenza del rapporto di lavoro, consiste nel rapporto di fiducia che deve intercorrere tra lavoratore e datore e deve mantenersi intatto per tutta la durata del contratto. More, determina giusta causa di licenziamento.
La falsità della malattia, come affermato anche in altre occasioni dalla Corte di Cassazione (Sentenza n. 17113 del 2019), può essere provata se ci sono elementi a dimostrazione dello stato di salute del lavoratore.
Questi elementi possono consistere, oltre che in accertamenti sanitari contrari a quelli forniti dal dipendente, anche nella presenza di azioni incompatibili con la malattia dichiarata.
Nel caso esaminato dai giudici, il lavoratore è stato trovato alla guida di un’automobile, nonostante avesse prodotto delle certificazioni mediche.
Sulla base di queste considerazioni, la Corte di Cassazione ha ritenuto il licenziamento legittimo e proporzionato al complessivo comportamento adottato dal lavoratore (Sentenza del 22 agosto 2019 n. 21616).