Cosa deve fare il dipendente per evitare di rischiare di perdere il lavoro?
L’azienda, quando scade il periodo di comporto, può procedere al licenziamento del dipendente. Non c’è alcun obbligo di informazione dell’avvicinarsi della scadenza del periodo di conservazione del posto da parte del datore di lavoro, ma sarà unicamente il dipendente che, personalmente, deve tenere il conto dei giorni di malattia già passati, per evitare di oltrepassare il comporto e rischiare il licenziamento.
Il datore di lavoro che vuole licenziare il dipendente per il superamento del periodo di comporto deve inviare tempestivamente, ma solo successivamente al superamento del termine massimo di conservazione del posto previsto dal c.c.n.l., la lettera di licenziamento dove dovranno essere riepilogati tutti i periodi di malattia.
Se l’azienda intima la fine del rapporto quando ancora il comporto non è scaduto, il licenziamento è nullo.
Una volta scaduto il comporto, se si attendesse troppo tempo per determinare il licenziamento, potrebbe ravvisarsi l’assenza di volontà del datore di lavoro di procedere e, qualora fosse comunque stato intimato, una eventuale impugnazione da parte del dipendente potrebbe comportare l’illegittimità dello stesso.
Al dipendente, nel rispetto delle previsioni di legge, dovranno essere riconosciuti i trattamenti previsti a seguito di un qualsiasi altro licenziamento da contratto (es. indennità sostitutiva del preavviso, ratei di fine rapporto, etc).
Il lavoratore in malattia, per evitare la perdita del posto di lavoro, ha la possibilità di interrompere il comporto mettendosi in ferie (se ne ha di maturate e non godute).
La richiesta deve essere scritta e deve indicare il momento esatto dal quale si intende trasformare l’assenza per malattia in assenza per ferie. Naturalmente non devono essere stati emessi per lo stesso periodo certificati di malattia. Tale richiesta, in ogni caso, deve inoltre essere presentata al datore di lavoro prima della scadenza del comporto e approvata.
Il rifiuto della richiesta del lavoratore deve essere adeguatamente motivato dal datore di lavoro.
Alcuni contratti collettivi prevedono la possibilità di richiedere un periodo di aspettativa non retribuita in ragione di particolari condizioni di salute.