Come si legge la busta paga

(foto Shutterstock)

Le voci più importanti da conoscere

COME SI LEGGONO LE DIVERSE VOCI PAGA?

Gli elementi della retribuzione vengono indicati nella parte alta della busta paga (o cedolino), e sono:

  • il minimo tabellare: chiamato anche paga base, è la somma minima spettante a tutti i lavoratori ed è fissata dalla contrattazione collettiva;
  • la contingenza fissa: si tratta di una somma aggiuntiva, inizialmente prevista per adeguare le retribuzioni agli aumenti del costo della vita. Attualmente è fissa e non ha più importo variabile. Alcuni contratti collettivi l’hanno addirittura accorpata alla paga base;
  • gli scatti di anzianità: si tratta di elementi retributivi previsti dalla contrattazione collettiva. Questi aumenti maturano periodicamente in funzione dell’anzianità di servizio del lavoratore presso la stessa azienda;
  • il superminimo: si tratta di un aumento retributivo, che può essere attribuito singolarmente o collettivamente. Quando è attribuito individualmente viene anche definito come aumento di merito. Il superminimo rappresenta una somma aggiuntiva rispetto alla paga basa, e la sua previsione è spesso legata alla trattativa svolta in sede di assunzione.

CI SONO ALTRE VOCI NELLA BUSTA PAGA?

Nel corpo della busta paga possono essere presenti anche altre voci, tra cui:

  • il bonus “Renzi” (o bonus 80 euro): è una somma di denaro aggiuntiva, introdotta a partire da maggio 2014. Questa somma viene versata direttamente dal datore di lavoro a favore dei lavoratori, che subiscono la trattenuta IRPEF nel cedolino, con reddito fino a 26.600 euro. Il credito annuale è pari a 960 euro e viene erogato in quote mensili di circa 80 euro.
    Esempio: sono stato assunto il 1° marzo 2019, mi spettano 960 euro di bonus? L’erogazione è collegata ai giorni cosiddetti di detrazione, cioè tutti i giorni di durata del rapporto di lavoro che danno diritto alla retribuzione.
    Dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2019 sono passati 306 giorni: in questo caso il bonus sarà pari a 804,82 euro annui;
  • l’assegno al nucleo familiare (ANF): l’ANF è una somma di denaro corrisposta dall’INPS, a favore dei lavoratori con familiari a carico. L’assegno deve essere richiesto, esclusivamente con modalità telematica, sul sito dell’INPS, con pin personale del lavoratore.
    L’importo dell’assegno viene determinato facendo riferimento alla composizione del nucleo familiare e al reddito IRPEF dichiarato nell’anno precedente;
  • la malattia, la maternità, l’allattamento, la Cassa Integrazione.

Tra le voci presenti nella parte bassa della busta paga ci sono:

  • il trattamento di fine rapporto (TFR): è un elemento della retribuzione, a formazione pluriennale, il cui pagamento avviene in un momento successivo rispetto allo svolgimento dell’attività lavorativa. Il TFR viene erogato in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro. Il trattamento viene calcolato dal datore di lavoro accantonando, alla fine di ogni anno di servizio, una somma pari all’importo della retribuzione lorda spettante per lo stesso anno, e divisa per 13,5.
    Esempio: se il reddito annuo è pari a 25.000 euro, per il calcolo del TFR si deve dividere questa somma per 13,5. In questo caso il TFR accantonato è pari a 1.851,85 euro;
  • le ferie e i permessi maturati e residui;
  • il saldo netto percepito in busta paga, che viene calcolato mediante l’applicazione, sull’importo lordo, delle trattenute fiscali e previdenziali.

Leggi anche:

BUSTA PAGA: LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI
BUSTA PAGA: LA LETTURA DELL’INTESTAZIONE
LA LETTURA DEL CORPO DELLA BUSTA PAGA
LA PARTE BASSA DELLA BUSTA PAGA: GUIDA ALLA LETTURA

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.